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DA FONTANAMARE A BUGGERRU
Nel Parco Geominerario Sulcis Iglesiente
11 agosto 2010
Lasciamo il camping di Porto Tramazu alle 9.00 di
mattina, con i kayak sulle macchine. Procediamo verso nord sulla SS195 e poi
sulla SS126: in meno di un'ora siamo a Fontanamare dove c'è un imbarco molto
comodo dalla spiaggia vicinissima al parcheggio. Scaricati i kayak, Valentino e
Roberto vanno a Buggerru a parcheggiare li' una delle due auto mentre Duilio,
Francy e Rossella aspettano in spiaggia con i kayak. Alle 11:30, quando gli
"autisti" sono di ritorno, ci imbarchiamo.
Vento da nord ovest con raffiche tra i 15 e i 20 nodi. Tralascio quello che
prevedeva il VHF che proprio non coincide. Il mare è un po’ mosso. Evidentemente
l’orografia locale influenza particolarmente i venti e il mare anche solo per
brevi tratti. Infatti più volte ci siamo trovati a riscontrare tratti con
raffiche di vento destabilizzanti a tratti con vento di brezza.
Costeggiando incontriamo i bellissimi resti di un’opera utilizzata all’epoca
delle miniere: la "Laveria Lamarmora" si affaccia sul mare azzurro intenso e
sembra avere la parvenza di un tempio antico. Da qui si avvista già in anteprima
la bellezza della costa che ci aspetta, costellata di faraglioni che culminano
nel famoso Pan di Zucchero. Quando raggiungiamo quest’ultimo, in corrispondenza
della spiaggia di Masua (dove Rossella e Valentino concludono il loro percorso
dopo 5,5 Km) ci divertiamo a trapassarlo nei punti dove offre dei trafori. Ci
soffermiamo per assaporare la dolce vista del piccolissimo Porto Flavia. Una
pietra liscia intitolata che si mimetizza nella roccia selvaggia in
corrispondenza di una rientranza grande appena da contenere la prua delle barche
che vi attraccavano per caricare e scaricare i materiali prodotti dalle miniere.
Da questo punto in poi fino a Buggerru la miniera non ci lascerà mai. Le rotaie,
dove scorrono ancora oggi i carrellini per i turisti nostalgici che le visitano,
scorrono lungo tutta la costa scomposta dai massi rocciosi a strapiombo sul
mare. Se ne ode il cigolio al loro passaggio nei tratti in cui il carrello esce
dal sottosuolo per poi rientrare nel buio. E mentre sopra scorre il paesaggio
storico manieristico sotto, a pelo d’acqua, si identificano grotte e archi. Uno
di questi enorme quanto un palazzo di 10 piani. Prorompente e nascosto dietro
una sporgenza quasi ce lo perdiamo perché mimetizzato nella composizione
rocciosa complessiva. Questo è lo scenario che ci accompagna a Cala Domestica
(14 Km dalla partenza), dove mentre pagaio una medusa mi punge la mano sinistra.
In compenso il mare è sceso e il vento si è ridotto a brezza. Non c’è regola
termica qui per i venti. Possono incrementare il pomeriggio ma anche la mattina
invece del pomeriggio! Incantevole il Golfo di Cala Domestica composto da due
spiaggette profonde comunicanti per mezzo di un camminatoio scavato nella
roccia. Anche a Cala Domestica ci sono i resti di un vecchio edificio utilizzato
dai minatori accanto ad un piccolo chiosco bar. Pranziamo qui per poi riprendere
il mare alle 16:00 circa. Buggerru è a poco più di 4 Km da qui. Sbarchiamo
sull’ampia spiaggia subito dopo il porto, dopo aver percorso in tutto 18,5 Km.
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13-08-2010: Da Porto Tramatzu a Chia
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27-08-2009: Da Porto Pino alle Dune di Is Arenas Biancas
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Risorse esterne:
Il Portale Sardo - Turismo e altro in Sardegna
Canoa e Kayak da Mare in Sardegna
Notizie su questo tratto di costa dal sito Foreste e Parchi (Regione Sardegna)
Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna