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DA SCIVU A CAPO PECORA
Sardegna Sud Occidentale - Costa Verde
17 agosto 2010

Il VHF continua ad annunciare mare grosso e vento. In realtà il mare a vista sembra praticabile. Le condizioni potrebbero peggiorare ma in questa costa della Sardegna se ci si lascia prendere dal pessimismo non si esce mai. Ci consultiamo spesso con la gente del luogo perché cerchiamo conferma delle conoscenze locali sulle evoluzioni abitudinarie del mare di questa costa ma ci siamo resi conto che non esistono condizioni abitudinarie qui. Il mare si alza in poco tempo perché i venti girano e si incrementano senza regole ben precise. Unico minimo comun denominatore tra tutte le informazioni prese è che quando tira vento da sud seguito da un giorno di bonaccia poi entra il maestrale. Il maestrale qui è il vento più temuto perché entra senza trovare ostacoli ed ha un fetch molto elevato. Raggiungiamo i kayak che ieri sera, non senza una gran fatica, abbiamo lasciato sulla spiaggia di Scivu. Per arrivarci abbiamo dovuto scendere una scalinata che parte da un grosso parcheggio sopra la spiaggia. Ci salutano i gestori di un piccolo chiosco. Più tardi sapremo di doverli ringraziare perché hanno dato una mano a dei nostri amici rimasti bloccati sulla spiaggia di Scivu per 5 giorni dal maestrale nel mese di luglio. I bagnini che ieri ci avevano sconsigliato di uscire ci hanno visto delusi alla fine della giornata perché in realtà le condizioni si sono mantenute nel limite della praticabilità. Certo questo con il senno del poi! Oggi ci conoscono un po’ meglio perché abbiamo avuto modo di parlarci molto e ci approvano nell’uscita. La spiaggia si presenta con una lunga secca pochi metri a largo dalla battigia e disposta in linea obliqua nel senso del maestrale. E’ questo infatti che l’ha creata. Tutto intorno alla secca il mare è profondo e ci sono forti correnti. Entro in acqua senza kayak. Ho il bisogno di assaggiare questo mare di Scivu prima di affrontarlo in kayak. Non circolano barche in questo tratto di costa! Lo guardo da due giorni ormai e le leggende e le storie che tutti i locali ci hanno raccontato si concludono tutte con salvataggi o morti! Ma non voglio farmi sopraffare dai loro racconti anche oggi. Una cosa è certa non si può aspettare di trovare in questa spiaggia un imbarco ed uno sbarco con mare piatto. Impossibile fare il bagno senza essere immediatamente spostati verso sud di cinque metri per onda. Occorre fare resistenza puntando le gambe nella rena e spingersi verso nord per mantenere il punto di riferimento sulla spiaggia. Resto mezz’ora a contrastare la forza della corrente faccio dei lunghi respiri e lascio entrare dentro di me gli odori e mi lascio schiaffeggiare e cullare dalle onde che rompono e dalla schiuma. La forza di affrontarlo in questo modo entra dentro di me.
Ci imbrachiamo. L’intenzione è quella di raggiungere Portixeddu (a sud di Scivu) già avvistata da Buggerru dove era finita la nostra tappa precedente.
Procediamo lungo la spiaggia di Scivu delimitata a monte da conformazioni rocciose friabili lavorate dal mare. Nell’estremo più a sud la spiaggia si apre a mo' di estuario e presenta dune di sabbia miste a vegetazione mediterranea. E’ semideserta. Dal suo termine segnato da uno sbarramento roccioso inizia un tratto di costa a strapiombo sul mare con rocce curiose a forma di simboli fallici. Puntiamo su Capo Pecora. Formazione rocciosa davvero inusuale per un capo. Un rilievo montuoso che scende a mare come un scivolo e culmina con un estremo basso tipo isolotto che offre spiagge esposte sia a nord che a sud. Davvero una specie di pecorella in mezzo al mare. Il mare è un po’ mosso e sul capo, dove sono presenti scogli affioranti, genera dei rivoli di acqua di sostanziose dimensioni che ci obbligano ad allargarci nella parte esposta a sud. Girato il capo siamo in breve a Portixeddu (Km 9,5). Spiaggiamo pensando di fare rifornimento di viveri perché a Scivu non ci sono negozi per fare la spesa. Ma anche qui sono sforniti di negozi. Un vecchietto sdentato ci dice accentuando le consonanti che unici posti dove fare la spesa sono "o Fluminimaggiore (nell’entroterra) o Buggerru". Cantilena questa che diventerà il tormentone dell’estate. Pranziamo con un panino al bar sulla spiaggia e alle 15:30 ci rimbarchiamo per tornare a Scivu dove il mare si è alzato. Attendiamo sul doppio lo sbarco del nostro compagno perché possa darci una mano. Nell’attesa mi giro verso il mare e vedo dietro di me un muro di acqua alzarsi silenzioso alle mie spalle. E’ l’introduzione di una serie di onde che si alzano in prossimità della secca dove ci siamo fermati. Impossibile evitarla perché il mare viene da nord ovest e per sbarcare dobbiamo per forza puntare la prua a sud est. Lasciamo passare la serie e poi con convinzione e rapidità partiamo sfruttando l’attimo di pausa del mare. Duilio completamente padrone della situazione non ha questi problemi lui sbarca esibendo un 360° che lascia incantati i surfisti di Scivu che da quel momento lo seguiranno in ogni suo passo.

In serata ci spostiamo in macchina per andare ad Arbus a fare la spesa e al ritorno consumiamo la cena nel piccolissimo campeggio di Scivu dove da due sere ci riempie di gioia il richiamo amoroso dei cervi in amore che giunge vicinissimo ma che le tenebre della notte ci impediscono di vedere. Tutto molto selvaggio e metafisico in questa zona della costa.

 

     
  Scivu Scivu
Scivu Scivu  
      Duilio
     
     
  Francy e Roberto a Capo Pecora Francy e Roberto a Capo Pecora
Roberto Francy  
Duilio Duilio, Roberto e Francy  
   
     

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