Imbarco alle 11,00. Mare calmo! Incredibile assenza di vento. La costa i snoda tra piccoli abitati sul mare: S’Archittu e S. Caterina di Pittinuri. Caratterizzata nel primo tratto da scogliere bianche come la neve che si adagiano dolcemente a mare ora lisce ora intagliate dall’azione temporale dei flutti. Archi, gallerie, giochi di acqua tra scogli affioranti. Fondali rocciosi e bassi. Acqua limpida. Poi dopo Torre di Pittinuri la costa prosegue selvaggia fino a Punta delle Foghe per circa 8 km. La percorriamo nel fragore delle acque che si incontrano con la costa sassosa e rocciosa consci del fatto che a Punta delle Foghe c’è una possibilità di sbarco. In realtà la carta IGM non segnala alcuna possibilità ma nostri amici che sono passati per di qua a luglio ci hanno confermato che c’è.

Infatti in prossimità della punta si scorgono due ombrelloni. A Punta delle Foghe (12,5 Km), nella parte esposta a sud infatti c’è l’estuario di un torrente che dà il nome alla punta stessa. Il luogo si presenta molto selvaggio. Raccolto da un brusco ripiegamento della costa verso sud che tra enormi massi chiude al suo interno un'area molto piccola capace di contenere un fazzoletto di spiaggetta, con tanto di tavolino e panche allestite “in quota” con legni rimediati, e una piccola spianata di sassi riportati dal torrente dove si può tranquillamente prendere il sole. Certamente la spianata di sassi non è presente quando il fiume incrementa la propria portata. I fondali tutto intorno sono bassissimi e ricchi di biscette d’acqua. Qui incontriamo dei surfisti di Roma che uno di noi conosce.

Alle 15,30 ci imbarchiamo per il rientro. Ancora assente il vento e fa un caldo bestiale. Sosta gelato a S’Archittu dove riproviamo l’emozione di passare sotto la galleria di calcare tra i tuffi gioiosi dei ragazzini.