www.gruppocanoeroma.it > Canoa e Kayak in Mare


"48a VOGALONGA DI VENEZIA 2024"
19 maggio 2024

 

 

Dicono che non sei un vero canoista se non vai alla Vogalonga almeno una volta nella vita – questa è la storia della mia prima volta, fatta insieme a Paola, Stefano, Maurizio e Filippo. Del GCR partecipano anche Marco I., Alessandro e Michele mentre altri come Michela, Luigi e Antonio A. si uniscono agli amici del Dragolago.
Io e Paola partiamo da Roma il venerdì mattina e arriviamo comodamente al parcheggio del Tronchetto di Venezia nel primo pomeriggio. Approfittiamo per ispezionare la zona e decidere il luogo dell’imbarco: da Google avevo adocchiato una spiaggetta proprio lì vicino, accanto al piazzale circolare dove arrivano i pullman – è perfetto!

A questo punto non ci resta che parcheggiare la macchina, scopriamo con disappunto che il parcheggio all’aperto – per le auto con canoa – costa ben 100 euro al giorno! Per fortuna riusciamo a passare sotto alla sbarra dell’ingresso del Tronchetto e parcheggiamo lì ad un prezzo più ragionevole.

Prendiamo una specie di trenino volante che ci porta a Piazzale Roma e da qui ci incamminiamo verso il traghetto che ci porterà all’Isola di Sant’Erasmo. Lungo il tragitto ritiriamo i nostri pettorali e ci concediamo una birretta; nei pressi del traghetto incontriamo Stefano che, essendo arrivato il giorno prima da un avventuroso giro in canoa dal Golfo di Trieste alla laguna di Venezia (vedi racconto “DA MONFALCONE A VENEZIA LUNGO L’IDROVIA LITORANEA VENETA”), stava facendo un giro in zona. Il viaggio verso l’Isola di Sant’Erasmo é molto interessante poichè collega zone poco turistiche della laguna ed è quindi frequentato da gente locale, i veri e ormai rarissimi veneziani. La nostra isola è stretta e lunga, silenziosa e verde, la superficie interamente dedicata a prati e campi coltivati, con giusto una spruzzata di costruzioni.

     
     

Arriviamo nella casa che Stefano aveva fortuitamente trovato per sé e della quale poi abbiamo approfittato in cinque. E’ quasi fatiscente, ma ci siamo divertiti da pazzi. Mentre Alessandro e Marco si concedono una magnifica cena in centro, noi tre ci cuciniamo la nostra con ingredienti portati da Roma e ce ne andiamo a dormire.

     
     

Il Sabato mattina io e Paola dobbiamo tornare al Tronchetto a prendere le canoe: abbiamo tutto il tempo per concederci un giro in centro ed un selfy a Piazza San Marco.

   
   

Percorriamo il Canal Grande in traghetto – esperienza che da sola vale il viaggio. Passiamo davanti al piazzale della stazione proprio mentre Maurizio e Filippo, che erano appena arrivati col treno, stanno lì a sistemare la loro gonfiabile; scorgo le due alte figure e mi sbraccio per salutarli – ci fotografiamo reciprocamente mentre il comandate del traghetto mi intima di sedermi.

   
   

Arrivate al Tronchetto, carichiamo le canoe che metteremo in acqua nella spiaggetta con l’aiuto di due forzuti tedeschi. Pagaiamo un pò intimorite fino all’imbocco del canale di Cannareggio, dove abbiamo appuntamento con Stefano, Maurizio e Filippo. Tutti insieme ci dirigiamo verso nord dove incontriamo Marco e Alessandro: pagaiamo lungo alcuni canali, tra gli improperi dei gondolieri e la goduria dei turisti.

     
     
     
     

In serata io, Paola e Stefano lasciamo le nostre canoe su uno spiazzo presso Fondamenta Contarini, mentre Maurizio e Filippo pagaieranno fino a San’Erasmo. La sera ceniamo in uno dei due ristoranti disponibili sulla nostra isola: un posto semplice ma di soddisfazione gestito da un giovane siciliano che ha lasciato la sua terra per stabilirsi qui. Il ristorante dista oltre 2 km dalla nostra casa e quindi approfittiamo delle bici gentilmente messe a disposizione dal proprietario: il viaggio in cinque sulle tre bici scassate resterà nelle nostre memorie per sempre.

     
  video video

La Domenica è il giorno tanto atteso. Maurizio e Filippo partono alle 6 del mattino con la loro gonfiabile, ci perderemo e non riusciremo a fare il giro insieme. Noi tre raggiungiamo le nostre canoe con 2 traghetti. Benché ci spicciamo, le cose da fare sono tante e le canoe molto pesanti – arriviamo tardi alla partenza e perdiamo il famoso colpo di cannone. Pagaiamo senza sosta per raggiungere almeno la coda della carovana finchè finalmente riusciamo ad immergerci nella grande festa di imbarcazioni variopinte e gioiose, alcune tradizionali e severe, altre pittoresche e divertenti; non mancano quelle che diffondono messaggi importanti quali il no alle grandi navi in laguna. Lungo il tragitto ci sono varie possibilità di fare sosta e alcune imbarcazioni da cui vengono lanciate bottigliette d’acqua e banane. Presso l’Isola di Sant’Erasmo un signore si è preso la briga di mettere su altoparlanti e un banco da DJ – dalle canoe balliamo sulle note dei Village People. Dopo aver attraversato Murano, percorriamo il lungo percorso che punta dritto verso l’imbocco del canale di Cannareggio, dove l’organizzazione cerca in tutti i modi di evitare l’enorme ingorgo che comuque si crea poco dopo dentro al canale stesso. Ci ritroviamo letteralmente uno sopra l’altro in un enorme groviglio di remi e pagaie, con i pompieri in acqua che si prodigano per sbrogliarlo. Appena liberati, riprendiamo la nostra navigazione finchè ci troviamo nel Canal Grande! Pagaiamo sbalorditi in quella meraviglia, in quel momento esistiamo solo noi, lì, in canoa in uno dei posti più belli al mondo. In fondo al percorso c’è il palco da dove vengono lanciati gli agognati diplomini – anche qui groviglio di barche. Da lontano intercetto lo sguardo di una signora sul palco e le faccio segno “DUE” con le dita – mi lancia i diplomi, uno lo passo a Paola, l’altro non ho tempo di infilarlo nel pozzetto, lo prendo tra i denti e scappo via, immortalata da Stefano.

     
     
     
     
   
     

Tutti e tre torniamo alla spiaggetta presso il Tronchetto e stanchi ma felici tocchiamo terra e ci prepariamo per il ritorno.

Roberta Bussadori

     
     

 

 

 

Torna indietro

 

Home

Privacy e Cookie Policy