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"DA SPERLONGA A GAETA A SPERLONGA""
23 gennaio 2005

 

 

Il 23 gennaio, domenica, sveglia alle 6 per raggiungere Ostia, ritrovo per gli intrepidi pagaiatori che affronteranno il tratto di mare da Sperlonga a Gaeta in OC4 e in kayak. Le previsioni del tempo sono poco incoraggianti: danno pioggia e vento su tutta la costa. Ma al momento il cielo è sereno e la voglia di andare per mare è tanta, visto che sono mesi che pagaiamo quasi esclusivamente al laghetto dell’Eur…

Ci ritroviamo a Ostia solo in tre: Gianni, Marco ed io, Rossella. (A dire il vero c’è anche Flavia, che ha accompagnato Gianni all’appuntamento). Ci sono state infatti alcune defezioni dell’ultimo minuto. Abbiamo appuntamento con Danilo e il suo kayak a Sperlonga, ma, visto che Flavia non ha nessuna intenzione di unirsi al gruppo dei temerari, se la matematica non è un’opinione, in 3 non siamo abbastanza per una OC4. Che fare? La soluzione è una soltanto: convincere Danilo a lasciare il kayak e a darsi alla polinesiana. “Pronto, Danilo? Ciao. Senti, abbiamo pensato che, viste le previsioni del tempo, non volevamo farti bagnare e abbiamo fatto di tutto per tenerti un posto sulla OC4. Che ne dici?” Danilo alla fine accetta, non perché abbia creduto al tranello, ovviamente, ma perché è un amico. 

Alle 10,30 circa siamo a Sperlonga e montiamo la OC4 sulla spiaggia. La giornata è bellissima, c’è vento ma non troppo. Quindi comincia la vestizione, piuttosto lunga e accurata, e infine un caffè al bar: qui ci riconoscono subito, siamo quelli che hanno già fatto la Sperlonga – Gaeta due anni fa. Perciò il caffè ci viene offerto…

Finalmente alle 12,20 salpiamo: Gianni al timone, Marco capovoga, Danilo al posto 2 e Rossella al 3. Lungo il tragitto Danilo ci allieta con le sue canzoni, mentre Gianni ogni tanto lo riporta alla realtà, ricordandogli di andare a tempo con gli altri: povero Danilo, spero che non si sia pentito d’essere salito sulla OC4. Ma Gianni ne è più che certo:” Stavolta Danilo se lo semo giocati” intendendo dire che questa sarà l’ultima volta che verrà su una OC4!

A questo punto dovrebbe seguire un resoconto dettagliato del percorso, ma non ho intenzione di farlo. Infatti la “Sperlonga – Gaeta” è oramai diventata un’uscita classica invernale per il nostro gruppo, perciò troverete tutto il percorso preciso, cartina compresa, nella relazione fatta nel 2002 e nel 2003 da Valentino, sempre su questo sito. Io mi limiterò a ricordare tre punti che mi hanno colpito per la loro bellezza: il pozzo del Diavolo, la spiaggia dell’Arenauta e la Montagna Spaccata.

E’ stato davvero emozionante entrare con la canoa dentro il pozzo del Diavolo, una grotta la cui particolarità e bellezza ti si offre alla vista in modo del tutto inaspettato: un grande foro sulla volta da cui passa la luce del sole e fa risplendere un mare color turchese.

La spiaggia dell’Arenauta è una lunga spiaggia di sabbia impalpabile: se fossimo stati a maggio o giugno sicuramente ci saremmo fermati ma, ahimè, è solo gennaio, perciò si procede senza soste.

Quindi si arriva alla Montagna Spaccata e anche qui un’altra sorpresa: davanti a te c’è una parete a strapiombo di 80 o 100 metri d’altezza; continui a pagaiare ed ecco che di colpo vedi che la parete è spaccata in due, con al centro una costruzione, un santuario su in alto, racchiuso nella montagna…

A questo punto abbiamo messo la prua verso Sperlonga ed è cominciato il rientro. Breve pausa per il pranzo alla spiaggia Arianna, indossiamo abiti asciutti ed eccoci di nuovo a bordo: adesso al timone c’è Marco, mentre Gianni è capovoga, io al 2 e Danilo al 3. Il mare è tranquillo, con un venticello che ci sospinge da poppa. La canoa scivola leggera sull’acqua ed io mi sento davvero un leone, pagaio senza stanchezza, felice di questa giornata veramente speciale, dove il sole non ci ha mai abbandonato. Arriviamo a Sperlonga che sono appena le 5, questi 29 km sono volati via in un attimo. Sarà stato il sole, la bellezza del paesaggio, la compagnia, ma questa mia prima esperienza di mare impegnativa mi ha proprio entusiasmata, anche perché sono riuscita a pagaiare sempre di buona lena (Gianni dice che ho pagaiato “come un omo”…) e non sono affatto distrutta. Devo ammetterlo: gli allenamenti al laghetto dell’Eur, pur se poco “poetici” e senza il profumo di salsedine, sono stati davvero fondamentali!

Rossella

Gianni

Rossella

Danilo

Marco

 

 

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