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"ALGHERO, CAPO CACCIA E DINTORNI"
dall'1 al 17 agosto 2005

PRIMA PARTE

Nella prima metà di agosto 2005 un gruppetto di "polinesiani" del GCR (Antonio, Rossella, Licia, Valentino con gli "junior" Lorenzo e Tommaso e - per la prima settimana - Betty col piccolo Valerio) hanno programmato le vacanze estive nella zona di Alghero e Capo Caccia. Si è trattato di una vacanza diversa da quelle "tutto canoa" cui siamo abituati: base fissa in camping, qualche comodità in più del solito, una sola OC4 al seguito per uscite in giornata, turismo "terrestre" alla scoperta delle bellezze, dei colori e dei sapori di questa parte della Sardegna. Fatto non secondario che ci ha fatto scegliere questa zona la presenza ad Alghero di un club - gli Amatori Kayak Fertilia - che pratica la canoa polinesiana.
La vacanza è stata caratterizzata dalla quasi costante presenza del Maestrale - vento dominante in questa zona - e da un mare bellissimo ma mai calmo e sempre impegnativo: anche le onde all'apparenza più innocue, arrivando da un mare veramente "aperto" si infrangevano sulla costa con una forza di tutto rispetto. Tutto ciò, anche se ha limitato un poco le nostre velleità canoistiche, non ci ha impedito di effettuare alcune uscite veramente appaganti.

Di seguito, nel diario tenuto da Rossella giorno per giorno, il racconto della vacanza.

Lunedì 1
Arrivo al campeggio “Torre del Porticciolo”: costi proibitivi ma il posto è bello, bene ombreggiato e con pochissima gente, ma molte formiche. Subito fuori dal campeggio c’è una bella insenatura con, sulla destra, la Torre del Porticciolo, appunto. Montiamo la canoa sulla spiaggia e subito i ragazzi (Lor)Enzino, (Vale)Rino e (Tomma)Sino, timonati da (Anto)Nino fanno un primo giro nella baia. Doccia e cena in campeggio.

Martedì 2
Cielo plumbeo, ogni tanto pioviggina, optiamo per una gita alla Grotta di Nettuno a Capo Caccia. Affrontiamo baldanzosi i 652 gradini in discesa della “Scala del Cabirol”, scalinata che conduce alla grotta. È una grotta magnifica con ampie sale: le stalattiti e le stalagmiti hanno creato spettacolari costruzioni, che in una sala poggiano in un lago di acqua salmastra. Concludiamo il pomeriggio sulla spiaggia di Fertilia, dove pranziamo in un baretto proprio di fronte al mare.
Prima di andare a dormire pianifichiamo una sveglia per le 7 del mattino così da uscire in canoa e finalmente pagaiare alla scoperta di queste coste.

Nella Grotta di Nettuno a Capo Caccia

Mercoledì 3
Oggi di andare in canoa non se ne parla proprio: c’è un maestrale “da paura”, e già alle 8:00 il mare è tutto increspato e pieno di “ochette”.
Gita in macchina all’Argentiera, paesino minerario con le miniere abbandonate i cui resti offrono un paesaggio suggestivo. All’ingresso del paese ci sono due enormi ossa poggiate sul terreno: si tratta di due costole di balena, una povera balena che qualche anno fa si era arenata sulla spiaggia del villaggio.
Ci spostiamo quindi a Stintino e precisamente alla spiaggia della Pelosa antistante l’Isola Piana e l’Asinara. Grazie al forte vento di Maestrale troviamo la spiaggia non troppo affollata, diversamente sarebbe stato difficile trovare anche solo un mq di spazio. Infatti questa spiaggia è una delle più belle, la sua caratteristica principale sta nel colore assolutamente turchese del mare, la sabbia di un bianco purissimo e di fronte l’Isola Piana e l’Asinara vicinissima. I ragazzi Enzino, Rino e Sino, nonché Nino, si sono dati subito al body surf. Inoltre in gruppo al completo ha contribuito in maniera determinante al sostentamento di un rivenditore serbo di braccialetti e collane. E agghindati con i vari gioielli tipo Madonne dell’Arco, siamo rientrati al campeggio. Doccia e quindi cena tipica sarda all’Agriturismo “Il Porticciolo”: che bontà! Maialino arrosto, dodici antipasti, ravioli ecc. ecc., una vera libidine.

Giovedì 4
È finalmente arrivato il GIOVEDI DA LEONI!! (Li)Cina, con i ragazzi Enzino, Rino e Sino, partono in macchina alla volta di Porto Conte, a sud del campeggio verso Alghero. Il gruppetto trascorrerà 3 ore sulla spiaggia di Mugoni, e la pazienza di Licia sarà messa a dura prova dai tre delinquenti, volevo dire “ragazzi” che ne combineranno, come sempre, di tutti i colori.
Intanto il resto del gruppo, e precisamente Antonio al timone, (Valen)Tino capovoga, (Ross)Ella e (Bet)Tina pagaieranno da Torre del Porticciolo a Porto Conte, 23 km in tutto, ma con che mare… un vero frullatore! Il vento era un maestralino leggero, ma le onde erano proprio serie. In uscita dalla baia del Porticciolo c’erano subito belle onde alte almeno 3 metri, che arrivavano di prua ma regolari. Dopodiché l’inferno. Infatti oltre a queste onde, che a questo punto avevamo alla nostra destra, c’erano anche le onde di ritorno dalla scogliera alla nostra sinistra belle alte anche quelle. E per finire l’incontro tra queste due onde provocava ulteriori turbolenze.
Antonio ha faticato non poco a tenere la canoa in assetto seguendo una rotta naturalmente molto distante dalla scogliera. L’equipaggio ha tenuto un “aplomb” perfetto a bordo e solo una volta sbarcati si è scoperto che qualcuno ha addirittura vomitato, qualcun altro ha avuto nausea e c’è stato anche qualcuno che ha pregato… È stata un’esperienza esaltante di mare davvero serissimo, il nostro “Giovedì da Leoni”. Lasciamo la canoa a Porto Conte e rientriamo in auto al campeggio.
Dopo la doccia serata ad Alghero, con cena in pizzeria e giro per i carrer di Alghero (= le viuzze di Alghero).

Pagaiamo verso Capo Caccia
La scogliera prima del Capo Capo Caccia
L'isola Foradada Capo Caccia visto dalla spiaggia di Mugoni
La spiaggia di Mugoni Tommaso, Lorenzo e Valerio fanno pratica con Antonio al timone

Venerdì 5
Oggi tocca a Tina spupazzarsi i ragazzi. Con una macchina raggiunge la spiaggia delle Bombarde, poco prima di Fertilia, e là aspetta il gruppo dei pagaiatori che percorreranno una distanza di 12,5 km in due ore, pagaiando tranquilli “co’ la pippa in bocca” dice Tina. Effettivamente le condizioni del mare sono buone, con un’ondina spezzata e poco vento e arrivano alle Bombarde in scioltezza.
Decidiamo di non pagaiare al pomeriggio perciò telefoniamo al gruppo di pagaiatori di Fertilia che ci indicano un sito sulla spiaggia dove lasciare la canoa. Inoltre si uniranno a noi domenica con la loro OC4 e pagaieremo insieme. Incontriamo uno di loro, Stefano, sulla spiaggia di Fertilia, pronto ad attenderci al nostro arrivo.
Rientriamo in campeggio ed ecco che gli eventi si scatenano contro di noi: invasione di formiche dentro lo scatolone delle stoviglie, caduta della borsa frigo in terra con rottura di una bottiglia di birra e, “last but not least”, Tino si accorge di avere dimenticato la fotocamera digitale (costosissima) dentro la canoa a Fertilia! Fortunatamente la ritrova…

Uscendo da Porto Conte Torre Nuova a Porto Conte
Punta del Giglio Pagaiando verso le Bombarde
L'arrivo alla spiaggia delle Bombarde

Sabato 6
E oggi niente canoa, puro ozio sulle spiagge sarde. Beh, puro ozio non proprio, visto che per raggiungere la nostra destinazione, Argentiera – Spiaggia della Frana, dobbiamo compiere una vera e propria scalata… Ma la ricompensa c’è tutta: una insenatura di sassolini bianchi e neri, un mare blu e, oltre a noi, solo altri due ombrelloni… Ci arrostiamo al sole per benino e, per ingannare il tempo, Tina e Nino organizzano delle Olimpidi per i ragazzi (lancio del disco con tipica pietra dell’Argentiera); Ella raccoglie legni di vari tipi e si esibisce in un capolavoro artistico nella sabbia; Cina, Tino ed Ella vanno a tuffarsi dagli scogli; Ella pesca i ricci e se li mangia; Nino si arrampica come una capra sulla scogliera altissima; i ragazzi giocano con le onde.
A sera, cena all’agriturismo: Ajò!

Il nostro campo a Torre del Porticciolo
La spiaggia dell'Argentiera
La nostra spiaggia "privata" all'Argentiera

Domenica 7
Caro diario, questo è il resoconto di un’uscita in “Mare Serio”. L’avventura è cominciata alle 7:30 del mattino, svegliati dal rumore delle pagaie che sbattevano sull’albero e le tende che tremavano sotto un bel Maestrale teso. Avevamo appuntamento con il gruppo degli “Amatori Kayak Fertilia” per le 9:00 a Fertilia dove avevamo lasciato la nostra canoa. Visto il vento, che però nella Rada di Alghero non era forte, abbiamo evitato di andare verso Capo Caccia e si è optato per una pagaiata verso sud, fino al porto di Alghero. Abbiamo fatto una pausa per un caffè nei pressi di Villa Las Tronas e poi abbiamo proseguito, surfando qua e là, fino alla spiaggia del Burantinu. Qui le onde erano belle corpose e frangevano sulla spiaggia e sulla scogliera a grande velocità. Il nostro equipaggio era composto da Antonio al timone, Valentino capovoga, Rossella al posto due e Michele, del gruppo Fertilia, al tre. La canoa di Fertilia aveva Livio al timone, Stefano capovoga, Piero e Maurizio.
Dopo una attenta valutazione delle condizioni del mare e della spiaggia, una insenatura sabbiosa racchiusa da pareti rocciose su entrambi i lati, decidiamo di surfare le onde, attenti a non arrivare troppo sotto la costa vista la violenza dei frangenti. La surfata viene da manuale. A questo punto anche l’equipaggio di Fertilia si cimenta nell’impresa ma si avvicinano troppo alla costa e, con la canoa sprovvista di paraspruzzi, subito si riempiono d’acqua, perdono le sacche stagne, hanno difficoltà a virare e tornare indietro. Restiamo a guardarli temendo il peggio. Con fatica riescono a girare la canoa con Livio il timoniere che scende dalla canoa e gira la barca a mano, quindi piaggiano e svuotano la canoa, rifanno le legature, recuperano a nuoto gli oggetti persi in acqua e ripartono baldanzosi. Ma nel frattempo il vento si è alzato davvero tanto, e per un bel tratto troviamo anche onde importanti. Dopo qualche km l’onda diminuisce ma il maestrale diventa ancora più teso, saranno stati forse 25 nodi sotto raffica. Pagaiamo senza mai mollare per due ore per percorrere complessivamente dal Burantinu a Fertilia 11 km. Una vera fatica.
Ci rifocilliamo in un baretto sulla spiaggia quindi accompagniamo Betty e Valerio all’aeroporto: ahimè la loro vacanza è finita.
E per finire, la sera cena alla “Festa del Turista” a Fertilia con pecora bollita con patate e pancetta arrosto: ce lo siamo proprio meritati.

Stefano, Piero, Maurizio e Livio degli Amatori Kayak Fertilia
Di fronte al centro storico di Alghero
Verso la spiaggia del Burantinu Gli Amatori Kayak Fertilia tornano al largo dopo una surfata
Rossella, Michele e Antonio I nostri amici di nuovo in canoa dopo la disavventura
Michele, Valentino, Antonio e Rossella L'arrivo di Livio & C. sulla spiaggia di Fertilia
Michele, Rossella, Antonio, Maurizio, Piero, Livio e Valentino sorridenti nonostante la sfacchinata Il porticciolo di Fertilia

Lunedì 8
Oggi pausa, non s’è fatta una cippa, dopo la faticata di ieri puro relax al mare..

Martedì 9
E rieccoci in canoa. Oggi riportiamo la nostra tulku da Fertilia a Torre del Porticciolo, 26 km in tutto. Il nostro equipaggio, con Antonio, Vale e Ross, viene completato da Maurizio del gruppo di Fertilia. Finalmente le condizioni del mare sono ottimali, niente vento né onda, perciò potremo gustarci il percorso a pochi centimetri dalla costa. Ed infatti, dopo aver tirato dritto da Fertilia a Capo Caccia – raggiunta in 1 ora e mezza – ci appiccichiamo alle falesie e non le lasciamo più. Alla lunga a qualcuno viene male al collo, a furia di guardare in su queste alte pareti di roccia a strapiombo. Passiamo sotto alla scala del Cabirol e davanti alle grotte di Nettuno, quindi, meraviglia delle meraviglie, ecco l’isola Foradada: il nome significa “isola forata”, perché è attraversata da un’apertura  ad arco alta 16 metri. Naturalmente entriamo nell’arco, ma non è possibile attraversarlo da una parte all’altra perché sull’altra apertura è interrotto dagli scogli. Passiamo sotto il belvedere e costeggiamo la Cala d’Inferno. Alla Cala dei Leoni ci concediamo un bagno in un’acqua turchese e fresca. Si riprende a pagaiare verso l’isola Piana. Ora il mare è di un blu cobalto. Le alte scogliere sono piene di grotte dove svolazzano i piccioni, su qualche scoglio ci sono dei cormorani e in acqua vediamo passare un banco gigante di sardine. Passiamo sotto Punta Cristallo, che con i suoi 326 m. è il punto più alto della scogliera. Infine, superata Cala Viola, arriviamo a Torre del Porticciolo, nostra meta.. Sono le 13,15, abbiamo percorso i nostri 26 km in 3 ore e 40, a ritmo tranquillo. Siamo davvero felici di aver avuto la fortuna di vedere un tratto di costa così bello e maestoso. Infatti solo delle condizioni di mare propizie come quelle di oggi ci hanno consentito di godere di tale spettacolo. Questo è un mare aperto, con onde che impiegano davvero poco a diventare alte e impegnative, e l’abbiamo sperimentato.
Concludiamo la serata a teatro ad Alghero con uno spettacolo di Antonio Albanese e la sua promessa: “Più pilu pe’ tutti!”.

La mole imponente di Capo Caccia
Le alte falesie del Promontorio Verso l'isola Foradada
La parete di Capo Caccia: si vede la scala del Cabiròl che conduce alla Grotta di Nettuno Il foro della Foradada
In relax a Cala d'Inferno La Foradada
Lo stretto passaggio fra la costa e l'isola Piana L'isola Piana
La spettacolare Punta Cristallo (326 m.) Cala Viola
L'arrivo al Porticciolo Maurizio e Antonio

Guarda la zona dal satellite
con Google Maps

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