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"ALGHERO, CAPO CACCIA E DINTORNI"
dall'1 al 17 agosto 2005
SECONDA PARTE
Mercoledì 10
All’alba delle 11,30 l’equipaggio composto da Antonio, Valentino, Licia e Tommaso si imbarca alla volta della spiaggia di Torre Negra che si trova all'estremità settentrionale di Porto Ferro, a nord di Torre del Porticciolo. Rossella e Lorenzo raggiungono Porto Ferro – una lunga spiaggia subito prima di Torre Negra – in macchina in attesa che la canoa passi a prenderli e li traghetti fino a Torre Negra. Giunti nella splendida caletta, approfittando della bonaccia, Ross prova per la prima volta a timonare, dietro l’esperta guida di Antonio: mitica Ross, si dimostra da subito un fenomeno… beh, quasi. Quindi è la volta di Valentino al timone: insieme a Rossella fanno un romantico giro tra le varie calette col mare in calma piatta. Ma appena decidono di rientrare alla base ecco che si alza il vento. Ma i due non si perdono d’animo e con perizia e agilità (e un po’ di fiatone) ritornano alla spiaggia di Torre Negra in un battibaleno. Poiché domani abbiamo intenzione di proseguire verso Nord in direzione di Capo Argentiera, lasciamo la canoa sulla spiaggia di Porto Ferro approfittando della disponibilità del team di giovani surfisti che, per conto del Comune di Sassari, svolge il servizio di assistenza ai bagnanti fornendo inoltre, su un grande tabellone, informazioni meteo costantemente aggiornate.
Decine di cormorani in acqua nei pressi di Porto Conte | Rossella si esercita al timone |
La piccola spiaggia di Torre Negra |
Giovedì 11
Giornata uggiosa e al mattino molto ventosa. C’è uno scirocco potente che mette
a dura prova le nostre tende, il cielo è grigio giallastro e ogni tanto piove
sabbia: insomma, una “monnezza”. Optiamo per una giornata turistica a Bosa. Ci
mettiamo in macchina e percorriamo la litoranea immersi nella macchia
mediterranea che purtroppo in alcuni tratti troviamo bruciata da recenti
incendi. E’ impressionante la bellezza delle rocce scolpite dal vento e del
panorama a picco sul mare. Superiamo Capo Marargiu e dopo poco ecco Bosa. E’
attraversata dal fiume Temo sulle cui sponde si trovano Sas Concias, le vecchie
concerie delle pelli.
Dopo
aver pranzato a Bosa Marina ci dirigiamo verso il centro di Bosa medievale,
percorrendo a piedi le viuzze pavimentate di ciottoli e circondate dalle case
ottocentesche dai colori pastello. Arriviamo fino in cima alla collina dove sorge
il castello di Serravalle dei Malaspina, dalle cui mura ammiriamo il paesaggio
sottostante. E in un attimo ci viene il desiderio di percorrere il fiume Temo in
canoa: è molto ricco d’acqua e si addentra per tutta Bosa e poi nella
vegetazione. Chissà che prima di andar via dalla Sardegna non si riesca a
realizzare l’impresa.
Terminiamo la giornata con cena al ristorante del campeggio: vorremmo conoscere
il cuoco per menargli, infatti mangiamo proprio male. D’altra parte non avevamo
alternative, visto che ogni tanto piovigginava e di conseguenza non potevamo
cucinare nel nostro campo. Ma è chiaro che non ci rivedranno più.
Venerdì 12
Oggi
dobbiamo assolutamente farci rivedere a Porto Ferro dove abbiamo lasciato la
nostra canoa 2 giorni fa. Se le condizioni del mare lo permetteranno faremo dei
giretti là intorno. Ma appena arrivati ci accorgiamo che “non è cosa”: vento da
ovest, Ponente, 25 nodi e delle belle onde che si infrangono sulla spiaggia.
Fortunatamente i bagnini ci concedono di lasciare la canoa ancora per una notte
sulla spiaggia. Quindi decidiamo di spostarci in macchina a Torre del
Porticciolo alla spiaggia sotto il nostro campeggio e domani si vedrà se portar
via la canoa smontata sulla macchina o via mare verso nuovi lidi.
Alla
sora Licia oggi le “girano i bal”: non le andava Porto Ferro, Il Porticciolo la
ripugna, ha deciso che la canoa le dà la nausea ecc. ecc. Insomma, è meglio
lasciarla in pace. Ritrova il suo equilibrio raccogliendo sassolini di quarzo e
pezzetti di corallo e gustando dei saporiti panini al pane di piombo (zero
lievitazione) del peso di 1 kg l’uno (li vendono al campeggio: belli pesanti
così li paghi una cifra…).
Il
pomeriggio termina con una nuotata nella piscina del camping. Ci godiamo il
tramonto dal belvedere affianco al campeggio, proprio sopra Cala Viola e sulla
destra la Torre del Porticciolo: che spettacolo! Quindi cena all’agriturismo
“Cuccureddu” dove, ahimè, restiamo delusi, niente a che vedere con l’agriturismo
“Il Porticciolo” dei giorni addietro. E vabbè, non sempre può andar bene.
Sabato
13
Vale,
Ross e Antonio oggi si imbarcano a Porto Ferro alle ore 9.30 con un vento da
ovest non forte e mare buono, direzione Argentiera, Porto Palmas. “Mare buono” da
queste parti significa comunque moto ondoso di un certo impegno e mai mare
piatto… Percorriamo questi 12,5 km in 1 ora e mezzo (siamo pur sempre solo in 3
a bordo) riuscendo a stare abbastanza vicini alla costa, finalmente! Appena
arrivati nella baia di destinazione troviamo delle belle ondine che vorremmo
tuttavia evitare di surfare, vista la presenza di numerosi bagnanti in acqua.
Ma, nostro malgrado, un’onda ci prende e ci porta velocemente fin quasi a riva:
davanti a noi c’è un sub, VALENTI’, AGGANCIA, AGGANCIA!! Ritorniamo fuori e con
calma aspettiamo la fine della serie di onde, quindi approdiamo tranquilli. Ci
si avvicina un signore che si offre di darci una mano a portare la canoa sulla
spiaggia e quindi si complimenta con noi per aver pagaiato con condizioni di
mare, a suo dire, abbastanza impegnative..
Lasciamo la canoa a Porto Palmas per la notte. Ritirata la seconda macchina a
Porto Ferro rientriamo in campeggio e ceniamo con una succulenta pasta all’amatriciana
gentilmente offerta dal cuoco Valentino.
Verso il Capo dell'Argentiera | |
Rossella e Antonio | Di fronte all'abitato di Argentiera |
La spiaggia di Porto Palmas |
Domenica 14
E
oggi, puntualmente, vento e mare impossibili! Sembra incredibile, ma dopo un
giorno buono ci sono sempre 1 o 3 giorni di mare impraticabile. Licia, Ross e i
pargoli Lorenzo e Tommaso vanno sulla spiaggia di Fertilia mentre Antonio e Vale
partono per Porto Palmas a caricare la canoa sulla macchina. Si riuniscono al
resto del gruppo a Fertilia, dove trascorrono una mezza giornata di ozio
tranquillo. Nel pomeriggio Ross, unica sarda del gruppo, che ha dei parenti a
Sassari, insieme a Lorenzo e Vale vanno alla festa di compleanno di una
cuginetta. Il resto della compagnia ne approfitta per andare a cena
all’agriturismo “Le Pinnette” e sbafarsi una cena da apoteosi…
Lunedì
15
E’
Ferragosto e per oggi avevamo programmato un’uscita col gruppo di Fertilia ma
va’ tutto a monte, causa vento di maestrale improponibile e cavalloni: ormai ci
siamo abituati… Ross, Vale e Lorenzo optano per un classico pranzo di ferragosto
dagli zii di Ross (gamberoni a volontà), così si rifanno de mancato agriturismo
dell’altra sera… Antonio, Licia e Tommy restano in campeggio, visto che Tommaso
non sta affatto bene: ha fatto le ore piccole giocando al gameboy e prendendo
freddo sdraiato sull’amaca.
Il
gruppo si ricompatta alle 4,30 e Ross, Vale e Lorenzo “svengono” per un’oretta
di sonno ristoratore dopo il pranzo luculliano. Valentino al suo risveglio va in
"spedizione fotografica" a Capo Caccia. Per la sera tutti a Fertilia, ci
sono in programma i fuochi d’artificio sul mare. Purtroppo la cena si prolunga
troppo e i nostri eroi arrivano, come si suol dire, “dopo i fuochi”!
Un'insolita vista di Capo Caccia | La Torre del Bulo |
L'isola Foradada dal Belvedere | Dal Belvedere di Capo Caccia |
Cala Dragonara, all'inizio della profonda insenatura di Porto Conte |
Martedì 16
Oggi è
l’ultimo giorno di mare e, finalmente, le condizioni meteo sono buone.
Destinazione Stintino, spiaggia della Pelosa, con la canoa sulla macchina.
Montiamo l’imbarcazione in un diving center poco prima della spiaggia (là
sarebbe impossibile, vista la ressa di gente) e saliamo a bordo tutti e 6, più
masserizie varie: una boat people in piena regola. Pagaiamo in una vera piscina
turchese, che mare! Sosta per un picnic sull’isola Piana poi si riparte. Vediamo
una razza che nuota un po’ spaesata e per un poco le pagaiamo intorno scattando
delle foto. Quindi Licia, Tommy e Lorenzo scendono a terra a fare un po’ di
shopping (sulla spiaggia ci saranno almeno 10 venditori di braccialetti e
collanine…) mentre Antonio, Vale e Ross pagaiano verso Capo Falcone, punta Nord
Ovest estrema che segna l’inizio del Mar di Sardegna. Quindi facciamo il giro
dell’isola Piana e sostiamo per una decina di minuti su una spiaggetta
dell’Asinara. Ci sono dei mufloni che pascolano, spettacolo mai visto. In tutto
percorriamo 10,5 km. Ci ritroviamo col resto della comitiva e insieme pagaiamo
fino alla Torre della Pelosa, dove Antonio, Tommaso e Lorenzo si cimentano, da
veri scalatori, nell’impresa di arrampicarsi in cima alla torre. Intanto Licia e
Rossella stanno sulla spiaggia a crogiolarsi al sole e a organizzare
telefonicamente una cena con Livio di Fertilia. Le due sagge ragazze cercano
invano di mettere un po’ di fretta al gruppo dei maschi dissennati che
continuano a trastullarsi sulla torre. Infatti è già abbastanza tardi, la canoa
va smontata, il campeggio raggiunto e poi doccia ecc. ecc., insomma bisogna
darsi una mossa. Morale della favola: i nostri eroi arriveranno al ristorante di
Fertilia trafelatissimi, alcuni del gruppo senza avere neppure il tempo di fare
un minimo di doccia! Ceniamo con Livio e sua moglie Patrizia al “Paguro”, una
vera cena da re a base di pesce cucinato a regola d’arte. E giunge il momento
dei saluti e degli arrivederci.
Mercoledì 17
Oggi
si smonta il campo. Naturalmente la giornata è calda, senza un alito di vento e
con il mare che è una tavola: mai avute condizioni così durante tutto il nostro
soggiorno! Lorenzo e Tommy fanno un ultimo bagno in piscina mentre noi non ne
avremo il tempo: lavoriamo alacremente per 6 ORE!! Ma quanta roba ci siamo
portati?! Alle 3 del pomeriggio partiamo, pranziamo ad Alghero e poi via verso
Olbia. Durante il tragitto sostiamo a fotografare la SS Trinità di Saccargia,
chiesa romanico-pisana del 1100 circa, davvero bellissima così isolata nella
campagna. Poi nei pressi di Tempio facciamo una piccola deviazione per Aggius
per vedere la Valle della Luna: un paesaggio fatto di lisce rocce di granito
grigio lavorate dal vento e immerse nella macchia mediterranea. Ma subito
dobbiamo riprendere il viaggio verso Olbia che dista altri 50 km. E finalmente
ecco laggiù la cima inconfondibile di Tavolara e dopo poco siamo al porto. E’ la
fine della nostra avventura: arrivederci a presto Sardegna, sei sempre la più
bella!
leggi la prima parte della cronaca...