Il Parco dell’Uccellina è ormai diventata una meta alla quale dedicare almeno due giorni durante l’anno.

Non ci sono insenature e grotte dove intrufolarsi, ma qui la natura selvaggia e incontaminata regna sovrana e il mare assume colori da fare invidia a località più blasonate .

Siamo in 8, il sottoscritto, Marzio, Ferdinando, Stefano, Milena, Roberta, Eros (AICAN), Francy che sarà con noi solo il sabato e Paola che ci raggiungerà la domenica. Ci imbarchiamo dalla spiaggia di Fonteblanda dove, per dovere di cronaca, è stato creato un parcheggio adiacente al costo giornaliero di 5 euro , munito di chiosco bar in legno e servizi, nulla di invasivo, al momento non operativo.

Il percorso che ci porterà alla meta è di soli 13 Km, che vengono però percorsi con calma e contemplazione.

Arriviamo nel pomeriggio nella suggestiva Cala di Forno, oltre a noi ci sono alcune persone che soggiornano nell’adiacente casale ed ex dogana, manufatto del ‘700, ultimo approdo del Granducato di Toscana prima di giungere allo stato Pontificio: Questa è l’unica struttura abitativa in 20 Km di costa.

Si decide di pernottare in questo angolo di paradiso, sullo sfondo la lunga spiaggia di Collelungo, arenile che arriva fino alla foce del fiume Ombrone, siamo praticamente da soli. Marzio torna indietro insieme a Francy e ci raggiungerà la mattina seguente insieme a Paola.

Unica nota tecnica, gli ultimi due Km dell’andata, sono stati caratterizzati da un po’ di mare mosso, che ha richiesto qualche attenzione

Il momento della cena è stato arricchito dalla presenza di un gatto e di una volpe in cerca di cibo, il primo rivendicava lo spazio sulla seconda con attacchi anche fisici e poi…. gli immancabili daini.

Il giorno seguente, smontate le tende praticamente all’alba, tutti noi eccetto Milena e Roberta, ci siamo diretti alla foce del fiume Ombrone per poi riunirci a Cala di Forno con Marzio e Paola.

Come al solito, facciamo ritorno a Fonteblanda con calma, ma non prima di fare una lunga sosta

 Marco Iezzi