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ISOLE TREMITI
12 - 13 e 14 OTTOBRE 2018

 

Siamo a metà ottobre e ci ritroviamo con tanta voglia di pagaiare in mare.

Probabilmente concorrono a questa sensazione le temperature più estive che autunnali ed il forzato “digiuno” causato dall’annullamento di alcune delle uscite più attese dell’anno. Anche questa uscita era in programma per metà settembre, ma è slittata.

L’organizzazione perfetta di Maurizio, che però rinuncia  a partecipare, prevede l’appuntamento a Termoli in serata. Si parte da Roma alla spicciolata. Alessandro, Paola Salvatore, Lucia e Ferdinando, per una volta strappato al fiume, decidono di godersi la vacanza anche il venerdì, quindi partono di mattina, puntando a pagaiare nel pomeriggio sulla costa adriatica. In effetti arriviamo dopo 2 ore e trenta dalle parti di Ortona e puntiamo direttamente a visitare l’abbazia di San Giovanni in Venere(Fossacesia-CH). Il monumento è un classico esempio di abbazia cistercense, ben inserita in un contesto di bassa collina, prospiciente il mare. Degno di nota il chiostro romanico, una vera oasi di tranquillità.

Terminata la visita, ci dirigiamo verso la “costa dei trabucchi” nome che descrive il litorale tra Lanciano e Vasto (CH). Il trabucco (o “trabocco”) è una piattaforma in legno sporgente sul mare, attrezzato per la pesca tramite reti e paranchi mobili. Si tratta di un tipo di pesca caratteristico di questa zona. La maggior parte sono trasformati in ristoranti o locali, pochissimi sono ancora in attività. Ci imbarchiamo vicino a Fossacesia e pagaiamo verso sud per circa 7 km. Arriviamo al trabucco “Le Morge” dove sbarchiamo con la speranza di poterlo visitare ma purtroppo riusciamo solo vederlo da fuori perché per visitarlo ci vuole una prenotazione. Un’associazione lo gestisce allo scopo di mantenere e divulgare la tradizione di questo tipo di pesca. Per la gioia di Ferdinando scopriamo che lì vicino c’è una spiaggia naturista. Subito dopo incontriamo la foce di un fiume, forse il Sangro. Risaliamo per qualche decina di metri, poi torniamo indietro al punto di imbarco, dove ci aspettano Salvatore e Lucia che hanno optato per un pranzo a base di pesce.

In serata arriviamo a Termoli, dove ci ricongiungiamo al resto della truppa GCR: Giuseppe e Roberta, Pietro, Fabrizio e Rossella, Elisa e Milena. L’albergo “Il gallo con gli stivali” è nuovissimo; situato qualche Km fuori Termoli, ci consente di lasciare le auto con i Kayak caricati senza dover cercare scomode e costose soluzioni per il parcheggio. La cena in centro ci consente di visitare brevemente la cittadina. E’ piccola e graziosa: il centro storico, tutto in pietra, ci ricorda il suo passato medievale e marinaro, nonché crocevia di popoli e commerci.

La mattina dopo alle otto ci imbarchiamo sul traghetto per le isole, dopo aver parcheggiato le auto in giro per la città: (al porto non troviamo parcheggio per tutti). Dopo due ore e mezzo di traversata, arriviamo al porto di San Domino, la più grande delle tre isole. Alloggiamo nell’albergo “Rossana”, abbastanza confortevole e tutto dedicato a Corto Maltese. Le stanze sono denominate con il titolo delle più belle storie del marinaio più affascinante della storia delle nuvole disegnate. Sull’isola non ci sono campeggi, ma in stagione estiva sono attivi un paio di villaggi con bungalow fissi. Gli alberghi in questa stagione ospitano nel weekend per lo più sub, provenienti dalle regioni centrali. L’attività subacquea è una delle più gettonate alle Tremiti a motivo dell’interesse e facilità di accesso dei suoi ricchi e bassi fondali. L’acqua poi ha un colore azzurro chiaro, dovuto prevalentemente alle rocce calcaree del fondo. Dopo avere preso possesso delle camere, ci organizziamo i panini e ci imbarchiamo per fare il giro dell’isola di san Domino in senso orario, da una spiaggetta a destra del porto. L’isola è incredibilmente verde e dalla linea di costa frastagliata. Percorriamo così km 7,5 del periplo, tra grotte luminose, giardini di roccia, archi naturali e scogli dalle forme fantasiose, tra cui una a forma di testa di elefante. Il giro è piccolo quindi , per illuderci di allungarlo un po', entriamo in ogni grotta, facciamo tante foto, e giochiamo nei tanti giardini di roccia. Dopo una brevissima traversata di una decina di minuti, arriviamo anche alla costa dell’isolotto disabitato di Cretaccio, che costeggiamo tutto dal lato riparato dai venti. A ora di pranzo, riusciamo a fare un insperato bagno fuori stagione, impreziosito da un incontro ravvicinato tra un polpo ed il piede di Alessandro.

Dopo lo sbarco facciamo una passeggiata e vediamo il paese di San Domino. Quasi tutto chiuso un po' spettrale.

La mattina della domenica ci imbarchiamo, costeggiamo di nuovo il Cretaccio e puntiamo a San Nicola, l’isola con i maggiori reperti storici. La traversata è breve ed il lato che esploriamo è di soli 4 km ma rinunciamo a fare il periplo per le condizioni del mare, troppo mosso sul lato aperto. Sull’isola visitiamo le rovine di un’antica fortificazione del’700 edificata sopra i resti di un convento medievale. Al suo interno, nel corso dei secoli, sono sorti vari edifici religiosi, civili e militari e di detenzione. Li attraversiamo tutti a piedi, facendo una lunga passeggiata che attraversa tutta l’isola da sud a nord. Alla fine arriviamo ad una costa rocciosa, da cui osserviamo il mare (molto agitato). Al ritorno ci reimbarchiamo in kayak per fare qualche altro giretto, sempre dal lato riparato e tornare al porto di San Domino. Durante la pagaiata, ne approfittiamo per caricare un bel po' di spazzatura che troviamo in acqua. Si tratta per lo più di cassette di polistirolo usate per il pesce e cadute (o gettate?) dai pescherecci. Dopo un breve passaggio in albergo dove ci cambiamo e recuperiamo i bagagli, si torna al porto a caricare i kayak. Una volta a Termoli, recuperiamo le auto e ripartiamo per Roma.

In conclusione le isole Tremiti sono assolutamente da consigliare per i kayakers marini. Le isole sono circumnavigabili completamente anche nei tempi di un week end. E l’articolazione della costa ti invoglia  a visitare ogni insenatura e grotta e a guardare in alto verso le pareti rocciose ed i pini aggettanti sul mare.

Paola Scaramozzino

     
     
     
 
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
 
     
     
     
     
     
     
     
     
     

 

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