www.gruppocanoeroma.it > Canoa e Kayak in Mare
"PONTINE MARE MARATHON IN OC1"
22 - 23 - 24 settembre 2005
Settembre, la bella stagione è quasi finita e siamo tornati alla normale routine di tutti i giorni, chi in ufficio, chi in ospedale, chi a scuola, insomma ognuno al proprio posto di lavoro, si pensa già alle vacanze appena passate con nostalgia ma ecco che all’orizzonte s’intravede l’occasione di festeggiare in maniera adeguata la fine dell’estate, e come? Gianni ci prospetta la possibilità di poter partecipare con le singole polinesiane OC1 ad un raduno di kayak all’isola di Ponza organizzato dal nostro amico Fabio Carosi. L’idea è ottima poiché possiamo cimentarci per la prima volta in una traversata in mare aperto con questo tipo di canoa e di verificare l’attitudine della canoa stessa in un contesto diverso dal solito utilizzo tentando inoltre la prima traversata assoluta in OC1 su questo percorso. Il raduno “Pontine Mare Marathon ”, giunto alla quarta edizione, è strutturato in una quattro giorni che prevede la traversata Circeo-Ponza e un tour completo delle isole di Ponza, Palmarola e Zannone. I giorni previsti sono dal 22 al 25 Settembre, giorni che comprendono oltre il fine settimana anche due giorni lavorativi, con la conseguenza che il numero dei partecipanti del nostro gruppo è ridotto all’osso!
Mercoledì 21
Settembre
La giornata dei preparativi, come al solito sempre di corsa, esco
dall’ufficio, entro in macchina, cerco di mantenere la calma mentre sono
bloccato in mezzo al traffico, arrivo a casa, mi cambio al volo, prendo la sacca
che ho preparato il giorno prima, la pagaia e scendo giù ad aspettare Marco.
Arriviamo alla “Nuova Pineta” dove ci aspetta Gianni, carichiamo le canoe sulle
macchine e partiamo alla volta di Sabaudia, qui abbiamo appuntamento con Fabio Carosi e gli altri canoisti che parteciperanno alla traversata del primo giorno.
Arriviamo in anticipo rispetto all’appuntamento o forse sono gli altri che sono
in ritardo, poco male. Alle 21 arriva Fabio con Piero De Stefano e Federico
Ferendeles, andiamo a mangiare una pizza in un locale lì vicino e durante la
cena concordiamo di portare subito le canoe al punto d’imbarco per guadagnare
qualche ora di sonno. Usciti dalla pizzeria partiamo alla volta di S. Felice
Circeo per scaricare le canoe sulla spiaggia adiacente al porto turistico e di
seguito ci dirigiamo alla volta di Terracina dove lasceremo al parcheggio del
porto marittimo le automobili per il ritorno. Completata l’operazione
raggiungiamo in tutta fretta, intorno all’una, la foresteria del Parco Nazionale
del Circeo dove passeremo la notte.
Giovedì 22 Settembre
- Circeo-Ponza (40 Km)
Ore 06:00, suona la sveglia, sono passate circa cinque
ore ma mi sembra di aver dormito appena pochi minuti. Neanche ci siamo alzati
che il telefono di Fabio comincia a squillare: è Alberto Testaverde che ci ha
raggiunto, partiamo alla volta di S. Felice Circeo per incontrarci con il resto
del gruppo. Rivediamo con piacere tanti vecchi amici, Mario Leggio, Ugo Paggi
(che hanno partecipato insieme con noi alla “SardNord” il mese scorso) e poi
Mauro Ferro, Tatiana Cappucci (che per impegni personali, per oggi, non sarà dei
nostri). La giornata non è l’ideale, il cielo è nuvoloso ma la visibilità è
ottima, Ponza e le altre isole sembrano talmente vicine che si ha quasi la
sensazione di poterle toccare con mano, mentre sparsi su tutto il fronte si
notano alcuni piovaschi. Comincia la preparazione alla traversata, siamo tutti
indaffarati nel preparare il nostro bagaglio che sarà consegnato al personale
della barca appoggio; completata l’operazione, dedichiamo i minuti restanti agli
ultimi particolari. Foto di rito prima dell’imbarco, siamo in quattordici: Gianni, Marco e Antonello in OC1 poi Fabio, Alberto, Piero, Mauro,
Federico, Mario, Ugo e Carlo in kayak, Pippo e Paola con un doppio. Alle ore
9:10 il via. Fiancheggiamo il muraglione del porto procedendo compatti per una
decina di minuti, qualche scatto con lo sfondo del promontorio del Circeo e si
riparte, l’andatura è tranquilla, forse troppo, Gianni allunga per scaldarsi i
muscoli, qualche minuto ed anch’io aumento l’andatura e mi metto al suo
inseguimento, fatico un po’ a tenere il suo passo, forse perché sono ancora
freddo o è Gianni che sta andando forte, la conseguenza è che dopo circa
mezz’ora abbiamo fatto il vuoto alle nostre spalle. Lo raggiungo, una sosta per
bere e ripartiamo immediatamente, il mare è mosso con moto ondoso da sud-ovest,
Gianni consiglia di puntare verso sinistra per non essere portati fuori rotta e
di usare come riferimento visivo, almeno per la prima parte, l’isola di Zannone,
pagaiamo sicuri immersi nella più totale tranquillità e pieni d’entusiasmo,
sembriamo due pesci che giocano e si divertono nel proprio habitat naturale.
Gianni è davanti a me ed io lo seguo a breve distanza, di fronte a noi Ponza è
circondata da un cielo purpureo carico di pioggia, in lontananza si avvertono
minacciosi dei temporali segnalati ogni tanto dai continui lampi e tuoni.
Noncuranti proseguiamo imperterriti sulla nostra rotta, facciamo un secondo minibreak dopo circa 2 ore di navigazione, Gianni per dissetarsi, mentre io che utilizzo il CamelBack, ne approfitto per mangiare uno snack. Adesso le onde sono più grandi, mi volto indietro saremo circa a metà percorso, siamo avvolti da un cielo denso di nubi e circondati solamente dal rumore del mare, non avvertiamo nessuna stanchezza, addirittura mi sento in condizione migliore adesso rispetto alla partenza. Vai si riparte, cambiamo rotta prendendo come riferimento lo specchio d’acqua tra Zannone e Gavi, pagaio deciso con estrema scioltezza, mi giro e vedo che ho staccato leggermente Gianni, continuo a pagaiare. La canoa scivola molto bene sull’acqua, controllo di nuovo la situazione, il distacco è aumentato, vado avanti ma comincio a voltarmi indietro frequentemente un po’ preoccupato, Gianni è ancora più lontano, ma non sembra avere problemi. Comincia a trasparire tra le nubi un debole sole, sono arrivato all’altezza di Zannone e l’isolotto di Gavi è davanti a me, sembra quasi fatta ma comincio ad accusare un dolore al fondo schiena, causa della statica posizione in canoa, che aumenta man mano che mi avvicino alla meta. Gli ultimi chilometri sono una sofferenza continua ma vado avanti stringendo i denti, manca poco ancora qualche centinaio di metri, gli ultimi colpi e… finalmente sono arrivato a Gavi con gran felicità, mi fermo e cerco subito Gianni all’orizzonte, lo vedo che avanza verso di me e, sulla mia destra un po’ più lontano, sopraggiungono altre due canoe. Lo aspetto potendomi rilassare nella bellezza di un posto che conosco bene ma rimane sempre affascinante, è strano ma il dolore sembra già svanito. Passano pochi minuti, ecco Gianni, con il quale posso, finalmente, condividere la mia gioia, “Bella Cap com’è andata ?”, scopro così che anche lui nell’ultima parte ha accusato i miei stessi dolori che lo hanno attardato, facciamo un rapido calcolo dei tempi di traversata, scopriamo di aver percorso il tragitto in poco più di 4 ore, io in 4 ore e 10 minuti e Gianni in 4 ore e 15 minuti. Arrivano gli altri due canoisti, sono Marco e Piero, ci complimentiamo con loro, all’orizzonte non notiamo altre canoe, decidiamo quindi di andare verso Cala Felce per scendere a terra nell’attesa dell’arrivo del resto del gruppo. Arriviamo a Cala Felce, ed ecco che sopraggiunge Mauro, più tardi Fabio e Alberto, poi Federico, il quale ci segnala che Ugo è stato colto da un malessere e Carlo ha avuto qualche momento di crisi ma adesso è tutto a posto e avanzano verso di noi seguiti dalla barca appoggio, sbarcheranno due ore dopo il nostro arrivo. Noi (Io, Gianni, Marco, Piero, Fabio e Alberto) che abbiamo atteso tutto questo tempo, decidiamo di ripartire, dando appuntamento agli altri a Ponza. Percorriamo il resto del tragitto scendendo lungo la costa orientale dell’isola, scivolando a fianco dell’arco naturale, di Cala Inferno, della spiaggia del Frontone, fino al porto di Ponza dove sbarchiamo intorno alle 16:00. La prima giornata è conclusa, sistemiamo le canoe e andiamo a recuperare i nostri bagagli sulla barca appoggio. Andiamo con Fabio e gli altri all’agenzia immobiliare che ha predisposto gli alloggi per il nostro soggiorno. Un collaboratore ci accompagna al nostro appartamento, si trova in una zona alta del paese con una splendida vista sul mare, prendiamo possesso della casa e ci concediamo una meritata doccia. Rimessi a nuovo, facciamo un giro turistico per il paese, alle 20 appuntamento davanti la spiaggia di S.Antonio con il resto della banda per recarci al ristorante La Palma. La cena scorre allegramente tra una portata e l’altra nel ricordare i vari momenti della giornata, un grappino al ritorno verso casa e andiamo tutti a dormire.
Venerdì 23 Settembre
– Periplo di Palmarola + traversate (37 Km)
La giornata è bellissima, il cielo è
sereno e le nuvole del giorno prima sono sparite completamente. Il programma
della manifestazione prevede per oggi il periplo dell’isola di Ponza ma visto le
condizioni meteo favorevoli ed il fatto che Marco non ci è mai stato,
decidiamo di separarci dal resto del gruppo e di andare a Palmarola. Scendiamo
da casa vestiti già in tenuta da mare, passiamo per le viuzze di Ponza animate
dai turisti e dai paesani indaffarati nelle loro mansioni. Arriviamo al punto
d’incontro concordato il giorno prima dove, insieme con gli altri, attendiamo il
grosso dei partecipanti al raduno che arriva con il traghetto della mattina.
Sfruttiamo il tempo a disposizione per sistemare il nostro materiale, per
l’occasione, non avendo le nostre canoe polinesiane nessun gavone come invece
previsti sui kayak, usiamo una sacca stagna in comune dove collochiamo le nostre
provviste e qualche indumento di ricambio, mentre le bottiglie d’acqua prendono
posto sulla traversa posteriore delle canoe fermate con degli elastici. Il
traghetto è arrivato, la spiaggia di S.Antonio comincia a riempirsi
completamente di kayak dai colori più disparati, tutti frettolosamente si
preparano all’uscita in mare, un breve briefing nel quale è indicato l’itinerario
della giornata e le precauzioni da seguire, e rapidamente mettiamo le canoe in
acqua. Prendiamo il largo seguendo il gommone della Capitaneria di Porto che ci
accompagna quasi fino a Punta della Madonna, doppiamo il capo e ci dirigiamo
verso sud passando ad uno ad uno il varco tra i faraglioni della Madonna. Le
guide marine controllano la situazione mentre intanto c’è chi scherza con
l’amico e/o chi scambia due parole con il vicino o la vicina !! Percorriamo
insieme al gruppo dei kayakers il tragitto fino a Punta della Guardia,
l’estremità meridionale di Ponza, per poi dividerci puntando in direzione di
Palmarola. La traversata a Palmarola è tutta un'altra cosa rispetto a quella del
giorno passato, nonostante il moto ondoso contrario con il mare mosso
proveniente da ovest, percorriamo i 9 km che ci separano dall’isola in totale
tranquillità, saltellando tra le onde come un branco di delfini. Arrivati a Cala
Brigantina dopo circa un’oretta, facciamo una piccola sosta dove scattiamo
qualche foto mentre siamo immersi in un mare turchese di una limpidezza unica.
Si riparte in direzione sud-ovest per visitare il Faraglione del Mezzogiorno con
relativa grotta. La grotta, dalle grandi dimensioni, è alquanto particolare
poiché è un tunnel scavato dal mare sotto il faraglione stesso, in pratica
entrando dalla parte nord del faraglione vi si esce dalla parte ad ovest e
viceversa. Lo scenario è stupendo, avanziamo nella grotta con il fragore delle
onde del mare che s’infrangono sulle pareti di roccia, peccato che le nostre
macchine fotografiche usa e getta non riescono ad immortalare tutta questa
bellezza tranne almeno la nostra uscita di nuovo in mare aperto. Il mare da
questa parte è molto mosso, puntiamo verso nord, risalendo l’isola lungo il
versante occidentale, la bellezza del paesaggio è inspiegabile, incontaminato e
selvaggio com’è quello di questa isola che è disabitata per quasi tutto l’anno.
Superiamo il faraglione di S.Silverio e voltiamo a destra per entrare nella Cala
del Porto, così chiamata essendo l’unico approdo sull’isola, sbarchiamo sulla
spiaggia di ciottoli che si estende lungo l’intera insenatura mentre a ridosso
della parete che scende ripida sono presenti alcune casette scavate nella roccia
ed un piccolo ristorante aperto solamente nel periodo estivo. Approfittiamo del
punto di ristoro “O ‘Franzoso”, così chiamato, per sfamare il nostro appetito
con dei piatti a base a pesce, un caffè e rimettiamo di nuovo in mare le nostre
canoe.
Riprendiamo il periplo dell’isola risalendo l’ultima parte della costa occidentale, il tratto è particolarmente breve, poco più di un chilometro, si passa nella zona nord ed entriamo a Cala Tramontana con lo splendido scenario della “Cattedrale”, qui la parete rocciosa è stata modellata nell’arco del tempo dai venti e dal mare assumendo la forma di lunghe canne d’organo. Lasciamo la parte nord infilandoci in un varco tra Punta Tramontana e il faraglione omonimo, scivoliamo lungo il versante orientale in un mare trasparente dove rimaniamo incantati dallo scenario dei suoi fondali e, pagaiata dopo pagaiata siamo tornati nuovamente a Cala Brigantina. Il periplo è concluso, una piccola sosta per dissetarci e lasciamo Palmarola per fare ritorno a Ponza. Adesso il mare è a nostro favore, surfiamo le onde che arrivano di seguito innescando involontariamente una piccola sfida dove ognuno cerca di andare più veloce degli altri in un susseguirsi di sorpassi a vicenda. La costa di Ponza è a poca distanza, abbiamo completato la traversata senza rendercene conto, un rapido controllo ai dati del GPS e scopriamo di aver raggiunto la velocità massima di 17 Km/h. Sbarchiamo a Ponza verso le 18, siamo i primi, il gruppo dei kayakers non è ancora arrivato, andiamo verso casa per concederci una meritata doccia. Alle 20 ci presentiamo puntuali all’appuntamento, riconoscendo tra i tanti canoisti presenti questa sera, Maurizio Avagliano nostro compagno d’avventura lungo le coste del Parco del Cilento di quest’anno. Arriviamo al ristorante, l’intimità del giorno prima è sostituita dal chiacchiericcio odierno, l’atmosfera che si respira rimane sempre la stessa, quella di un gruppo di persone amanti del mare nella sua forma più semplice e pura. Dopo cena il solito bicchierino di grappa di fronte al porto e scivoliamo tutti a dormire.
Sabato 24 Settembre –
Traversate a Palmarola (29 Km)
Terzo giorno della manifestazione ma per noi sarà
l’ultimo, Marco ha degli impegni personali ed anche noi decidiamo di rientrare
insieme a lui. Il programma del raduno prevede per oggi la traversata ed il
giro di Palmarola, è vero ci siamo stati ieri, ma non ce la sentiamo di
dividerci nuovamente dagli altri. L’appuntamento per oggi è anticipato di un’ora
dal momento che la distanza da percorrere sarà maggiore, è una bella giornata di
sole ed il mare è mosso; anche oggi, alla fonda davanti Ponza, è presente
l’enorme veliero bianco che abbiamo incrociato durante le traversate dell’Ealonga
(13-15 Agosto). Comunichiamo la nostra decisione a Fabio e gli altri amici,
notiamo un certo dispiacere nei loro volti, ma sono rincuorati dal fatto che
passeremo assieme ancora qualche ora della giornata. Il copione è lo stesso, un
breve briefing, canoe in acqua e tutti dietro il gommone della Capitaneria di
Porto che ci scorta fino a Punta della Madonna. L’andatura è compassata, si
procede lentamente per mantenere il gruppo compatto, ne approfittiamo per
scambiare le solite quattro chiacchiere e per surfare qualche onda. Si procede
così fino a Capo Bianco dopo aver doppiato Punta della Guardia e passato la Cala
di Chiaia di Luna con la sua famosissima spiaggia. Il tempo di ricompattare
tutti i canoisti e si comincia la traversata verso Palmarola, l’andatura rimane
la stessa, le guide marine si sono disposte a rombo per controllare il gruppo e
mantenerlo unito, Mauro è in testa e fa l’andatura, Tatiana sul fianco destro e
Ugo su quello sinistro non permettono a nessuno di uscire dalla formazione con
Piero che chiude il gruppo. Pagaio i primi chilometri in coda con Piero, per poi
spostarmi senza un valido motivo, da una parte all’altra del gruppo. Le nostre
canoe destano ammirazione e curiosità tra i vari kayakers, per qualcuno sono una
novità e rimangono colpiti dalla loro bellezza, per altri è l’occasione per
approfondirne la conoscenza. Ogni tanto desto il mio torpore con qualche allungo
alla ricerca di Gianni e Marco sparsi in mezzo al gruppo, trovandoli anche loro
intenti a scambiare qualche parola con il compagno o compagna di viaggio. Si
arriva così fino a Palmarola, dove sbarchiamo a Cala Brigantina per la sosta
prevista, approfittiamo della pausa per mangiare qualcosa mentre concediamo a
qualcuno la possibilità di poter provare le nostre polinesiane. Si è fatto
tardi, salutiamo a malincuore i nostri amici con cui abbiamo passato questi
meravigliosi giorni rubati all’estate, dobbiamo rientrare o non faremo in tempo
a prendere il traghetto. La lieve tristezza svanisce subito con le prime
pagaiate, il nostro spirito di ”lulloni” affiora immediatamente inscenando un
“trenino” dove io faccio l’andatura, seguito in scia da Marco e poi da Gianni.
Il mio ritmo rimane veloce e costante cosicché, percorriamo gran parte della
traversata senza alternarci, poi la fatica comincia a farsi sentire e non appena
giunti in prossimità della costa di Ponza, torniamo a pagaiare ognuno per conto
proprio. Saranno le due del pomeriggio, il caldo è opprimente, percorriamo un
po’ a rilento questi ultimi chilometri, arriviamo a Ponza in prossimità del molo
del traghetto, dove lasciamo le nostre canoe smontate e pronte per l’imbarco. Di
corsa a casa, una doccia e dopo aver rifatto i bagagli, c’incamminiamo nuovamente
verso il porto. Il traghetto arriva puntuale, imbarchiamo le canoe e i nostri
bagagli e passiamo il viaggio di ritorno sul ponte, godendoci le ultime ore di
sole. Sbarcati a Terracina alle 20, carichiamo le polinesiane sulla macchina di
Gianni e partiamo alla volta di S.Felice Circeo per recuperare la macchina di
Marco. Ad operazione conclusa riprendiamo la Via Appia per tornare a casa, ci
fermiamo solamente prima di Latina per calmare il nostro appetito davanti ad una
pizza. Arriviamo insonnoliti intorno a mezzanotte ad Ostia, ci fermiamo alla
“Nuova Pineta” per scaricare le canoe e salutiamo Gianni che riparte velocemente
verso casa a Roma. Andiamo a dormire dopo aver passato meravigliosamente questi
giorni con tanti amici, vecchi e nuovi, ma sicuramente con l’augurio che questa
stupenda manifestazione continui e ci veda sempre tra i partecipanti.
Antonello Spanu