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"UNA GIORNATA DI PAGAIA, CULTURA E BUON CIBO"
Lago di Vico e San Martino al Cimino
5 aprile 2014
Il programma questa volta è particolarmente ricco e comincia con il giro del Lago di Vico, passa per la visita di un'abbazia e finisce a tavola da Antonio P. Il tempo promette male ma noi andiamo lo stesso, forse spinti dall’idea della salsicciata serale più che dalla pagaiata...
Partiamo presto, con gli equipaggi rimescolati rispetto al previsto perché Pietro la sera prima passa improvvisamente da “vi carico tutti io” a “aiuto ho la macchina rotta”. Quindi tappa sulla Cassia per caricare lui e la sua canoa e via per il lago.
Siamo tanti a pagaiare sotto la pioggerellina incessante. Fabrizio e Rossella, coppia inossidabile dentro e fuori dall'acqua; Nino con canoa da museo e pagaia tecnica (mentre Marina sta al calduccio nel camper); i “giovani e potenti” Giovanni e Luca; Salvatore “Turiddu” e Marco l’organizzatore della splendida giornata; Luigi, Giuseppe e Roberta, Valentino, un po’silenzioso senza “Josefa” ; Ferdinando, a disagio nella canoa non fluviale, cerca emozioni disperatamente; Antonio A., ci accompagna con la sua simpatia (mentre Adriana attende sulla riva); Emiliana e Pietro che scambiano le canoe; Stefano e Pina che dal doppio provano a trainare Francesca per un breve tratto ma poi desistono perché la piccola ha freddo.
Pagaiamo tra le canne senza fretta, chiacchiere e risate prevalgono sull’ansia da GPS. Non smette un attimo di piovigginare, l’acqua appare grigia come il cielo, ma questo lago piccolo, dalle rive un po’ selvagge e ricche di uccelli, sembra acquistare fascino in questa giornata uggiosa.
Sbarchiamo infreddoliti, consumiamo affamati i nostri panini ma siamo comunque soddisfatti e, mentre alcuni si avviano verso casa, gli irriducibili si preparano per la seconda parte della giornata: la spedizione a San Martino al Cimino.
Il paese è pittoresco: la pianta riprende la forma di Piazza Navona e vi si accede attraverso due grandi porte di accesso. La nostra meta è la bellissima abbazia medioevale - dal sagrato la vista è mozzafiato, lo sguardo si allunga sulla valle sottostante fino ad arrivare al mare, dove si scorgono anche l'Argentario e le isole del Giglio e di Giannutri. Dentro siamo accompagnati da un personaggio che non esito a definire unico: Colombo Bastianelli, nato nel paese, ex ufficiale dell’esercito dove fa lo sminatore in quasi tutti i luoghi di guerra del mondo, dedica tutta la sua vita a studiare le centinaia di libri scritti dai monaci. Dalle pagine ingiallite, piene di caratteri minuscoli e svolazzanti, in greco, latino e volgare, escono centinaia di anni di storia del paese, dei suoi abitanti, di pittori, di Papi e di Donna Olimpia, che ha trasformato una collina in un elegante paese dotato di infrastrutture all’avanguardia. Conosce ogni pagina, il nostro cicerone, ogni pietra della sua amata cattedrale, ogni dettaglio della vita dell'epoca. Scopre, leggendolo su un libro, che dietro allo stendardo di San Martino c'è un altro dipinto, forse ancora più bello - se non ci fosse stato lui sarebbe stato murato per sempre! E’ appassionato ed orgoglioso della storia e bellezza del suo paese, il suo fiume di parole ci travolge e ci tiene attenti come scolaretti per quasi tre ore, in barba al freddo e alla stanchezza. Lo salutiamo con gratitudine ed un pizzico di rammarico, dove finirà tutto il suo sapere quando non ci sarà più lui?
Ci avviamo verso la casa in campagna di Antonio P. e Barbara: calda, accogliente, enorme camino scoppiettante, grande tavolata di cibo genuino, formaggio, salsicce, vino e dolci, tanta allegria, un branco di canoisti affamati ed infreddoliti non potrebbe desiderare niente di più.
Roberta Bussadori