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IN KAYAK SUL LAGO DI COMO
dal 6 al 9 settembre 2022

 

Prendete una grande distesa d'acqua verde di forma bizzarra, metteteci intorno paesi pittoreschi, ville e parchi curatissimi, circondate il tutto con colline e montagne, date una spruzzata di turisti et voilà, il lago di Como è servito.

Ci sono molti modi per visitarlo: io l'ho fatto in canoa, in 4 giorni, sotto la guida del mio amico Almo, grande e avventuroso pagaiatore.

5 settembre: l'arrivo a Como

Si arriva a Como in giornata, così c'è tempo per visitare il centro città - molto elegante - e per salire sulla collina di Brunate con la funivia per godere di un panorama mozzafiato.

6 settembre: Como - Griante, km 30

A Como ci sono diversi posti da cui ci si può imbarcare - noi approfittiamo dell'ospitalità del centro canottieri locale che ci mette a disposizione il pontile degli atleti. Lasciamo l'auto al sicuro e partiamo verso Nord, costeggiando il lato Ovest e subito capisco perché c'è chi dice che questo sia il lago più bello d'Italia. La costa è a picco sull'acqua ed è tutta un susseguirsi di ville incredibili, alcune moderne e discrete, altre sembrano castelli, tutte con vasti giardini e un piccolo porto privato. Il giorno prima c'è stata tempesta nei paraggi e il cielo è ancora grigio, l'acqua piena di rami e detriti vari. Le prime due ore sono toste, siamo sferzati dal vento contrario e piove anche un po'; la mia motivazione vacilla e cerco di convincere Almo a fare un "piano B" ma lui è impietoso: si va avanti. Facciamo pausa pranzo in un porticciolo, in compagnia dei cigni. Il tempo piano piano migliora e il vento cessa quasi del tutto, che meraviglia!

A Tremezzo passiamo sotto al magnifico omonimo hotel, uomini in abito scuro e donne in lungo salgono su un piccolo elegante  yacht per un aperitivo. Una coppia di giapponesi si sta sposando in una villa lì vicino.

Il sole è quasi tramontato quando finalmente sbarchiamo su una spiaggia a Griante: abbiamo percorso tutto il ramo di Como, di fronte a noi Punta Spartivento e Bellagio.

7 settembre: Griante - Colico Piano, km 27

Oggi il giro prevede di arrivare al vertice Nord, attraversare i fiumi Mera e Adda e scendere a sud costeggiando l'altro lato. Il panorama è completamente diverso, le ville e i paesi sono più diradati e modesti, compaiono i campeggi,  la costa si fa più bassa e ci sono varie spiagge di ciottoli. Cominciano a vedersi le Alpi in lontananza. Mano a mano che saliamo si alza la brava,  il tipico vento da sud che fa la gioia degli amanti degli sport a vela e subito questa zona si popola di kitesurf, barche a vela, derive, windsurf e di qualunque oggetto galleggiante che possa essere spinto dal vento. Arriviamo alla punta nord spinti da un forte downwind - è bello ma impegnativo visto anche il traffico di natanti vari che sfrecciano in tutte le direzioni. Il vento è freddo, sono bagnata e congelata, devo scendere a cambiarmi per mettere qualcosa di asciutto e pesante. Qui la vegetazione è costituita perlopiù da canne e non ci sono abitazioni. Il passaggio dell'Adda è emozionante: il fiume butta acqua gelida e grigia nel verde del lago, e genera anche delle onde cui prestare attenzione. Ancora pochi chilometri e sbarchiamo a Colico Piano, presso un campeggio con dei magnifici e modernissimi bungalow proprio sulla spiaggia.

8 settembre: Colico Piano - Varenna, km 24

Si parte verso sud e subito ci si imbatte nel laghetto di Piona, un'oasi di pace e tranquillità. Almo compie il giro mentre io preferisco attenderlo direttamente dall'altra parte. La giornata è soleggiata e tranquilla.

Se dovessi trovare un aggettivo per definire il lago di Como direi che è infinito: la costa è così movimentata che si ha sempre terra davanti, insomma non è come un lago tondo dove la terra ti sta di lato e sai sempre dove stai andando, qui hai sempre terra dietro, di lato e davanti e il panorama ti si presenta sempre un po' per volta, come dei sipari che si aprano uno dietro l'altro, è come se non finisse mai, infinito appunto.

Arriviamo a Varenna nel pomeriggio e rimaniamo basiti: da qui c'è la vista migliore sul lago, si vede infatti l'incrocio di tutti e tre i rami. Ci sono tanti turisti e abbiamo difficoltà a trovare un posto per cenare ma alla fine siamo fortunati e riusciamo a mangiare qualcosa.

9 settembre: Varenna - Lecco, km 24

Questo tratto è quello meno turistico, i paesi sono più normali e meno da cartolina, ma sempre molto interessante. Passata la punta di Abbadia Lariana, la statale - trafficata e rumorosa - ci ricorda che anche le cose belle hanno una fine. Traversiamo il ramo per allontanarci e già ci compare Lecco in lontananza, decisamente più grande di Como. Ora l'acqua è cosi piatta e immobile che un po' dispiace ficcarci la pagaia dentro. Arrivati sulla costa attraversiamo nuovamente il fiume Adda - che da qui esce idealmente dal lago per proseguire il suo corso - e facciamo un giro simbolico sotto ad un pilone del primo ponte. Anche per lo sbarco approfittiamo dell'ospitalità del circolo canottieri locale, dove ci imbattiamo in un mito assoluto della pagaia, Antonio Rossi, che qui è di casa. Scambiamo due chiacchiere con lui, gli stringiamo la mano, facciamo la foto di rito. Recuperiamo l'auto andando a Como con il bus C40 e torniamo a riprendere le canoe per l'inevitabile ritorno a casa.

Ringrazio Almo per l'ospitalità, la canoa, la guida, la compagnia e - soprattutto - per non aver ceduto alle mie suppliche di tornare indietro quando le onde e le raffiche di vento a non-so-quanto all'ora avevano fiaccato le mie buone intenzioni.

Informazioni tecniche

Chiunque pensi che "tanto è un lago" e prenda il giro sottogamba sappia che quello di Como ha un meteo piuttosto variabile e le condizioni di vento e onda possono essere impegnative tanto quanto quelle del mare. Un "piano B" potrebbe essere quello di fare il giro in auto facendo dei giri locali in canoa A/R. E' anche possibile utilizzare i piccoli traghetti che collegano i centri principali - alcuni di questi portano anche le auto (e quindi immagino pure le canoe).

Il lago presenta molte possibilità di sbarco ma in generale non si presta al campeggio libero; i campeggi si trovano solo nella zona Nord.

Non abbiamo trovato zanzare e l'aria la sera non è umida: tutte le mattine abbiamo trovato i nostri panni belli asciutti.

Noi lo abbiamo girato fuori stagione, ma i turisti sono comunque tanti e dappertutto: è necessario prenotare con un certo anticipo ed essere pronti a prezzi non proprio popolari, sia per dormire che per mangiare.

Non siamo stati particolarmente disturbati da barche private, occorre invece prestare attenzione ai traghetti che passano vicino alla costa e alzano onde importanti (e ti riempiono d'acqua il gavone se non sei veloce a chiuderlo :-)); tuttavia sono ben visibili e concentrati su tratte specifiche.

I chilometri qui riportati sono indicativi perché non avevamo GPS.

Roberta Bussadori

 

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