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"ISCHIA E PROCIDA"
29 giugno - 1 luglio 2007
“Vado bene per Monte di Procida?” “Sissignora”. Cento metri più avanti alla stessa domanda un nonnetto sdentato in motorino, in dialetto stretto irripetibile dice che dobbiamo tornare indietro. Inverto la marcia e dietro le prue delle barche sui tetti delle macchine di Antonello, Piero e Marco copiano il gesto. Ci marchiamo stretti tra i vicoli della periferia di Pozzuoli (già periferia di Napoli!!). Motorini che sfrecciano come proiettili in battaglia! Mucchi di immondizia fumante e maleodorante. Di contro pizza da leccarsi i baffi, caffè da bacio e tanta ironia.
Finalmente al termine di una rampa siamo nel porticciolo di Monte di Procida. Un personaggio grosso e goffo si avvicina claudicante. Ha una pancia che né il pantalone né la maglietta riescono a contenere e ci indica di parcheggiare. I soldi li vuole tutti subito. L’importo è “al nostro buon cuore”. Ci chiede se le assicurazioni delle macchine sono valide!! Rimango perplessa, molto perplessa!! Cerco di empatizzare con lui parlando del maestrale. Spero con questo di avvicinarlo alla nostra causa in modo che prenda a cuore le nostre macchine. Mi spiega la termica locale e ci mette in guardia dalle raffiche di vento. Così adesso oltre ad essere preoccupata per la macchina lo sono pure per il maestrale!!! Tuttavia la voglia di entrare nel pozzetto del mio Sardinia è più forte di ogni perplessità e timore così ci do un taglio e mi unisco ai preparativi.
La “flotta” questa volta è composta di un OC4 (Betty, Emilio, Piero, Sandra) e sette kayak (Duilio, Marco, Antonello, Danilo, Daniele, Stefano, Francy).
Ci imbarchiamo alle 14,40. Facile e riparato il tratto di mare del canale di Procida fino a Capo Bove (circa 3 km.). Traversata per Ischia invece più impegnativa. Mare e vento contro. Tuttavia non ci sono barche a motore e il tratto è lungo solamente poco più di un miglio. Il gruppo avanza amalgamato e naviga senza intoppo fino a Ischia Ponte (est dell’isola) dove godiamo della splendida vista del Castello Aragonese. Spicca nel mezzo di un antico borgo su un piccolo isolotto che si erge alto sul mare. E’ collegato ad Ischia tramite un ponte artificiale. Ci dissetiamo davanti al panorama e proseguiamo in senso orario pagaiando riparati dal vento fino a Punta S. Pancrazio. La costa cade rocciosa in mare senza possibilità di approdi. Visitiamo la grotta della Costiera. Un tunnel di 35 m., largo uno che conduce in una caverna con spiaggetta. Buia che a dir buia è poco. Oltre Punta S. Pancrazio le condizioni del mare tornano ad essere impegnative. Tira un vento teso contro di noi che schiaccia le onde. Soffia incessantemente con punte di raffica fino a Capo Grosso. Da qui l’entrata nella baia di Maronti dove il braccio di terra che culmina in Punta S.Angelo ci ripara dal vento.
Dagli stabilimenti riconoscono la barca polinesiana che hanno già visto in occasione della Superfive. Ci salutano sbracciandosi dalle finestre. Sono le 18,20 e sbarchiamo a Maronti (km. 19,2 da Monte di Procida) dove alberghiamo alla pensione dell’Olmitello, lungo lo scolo delle sorgenti di Nitrodi.
Sauna ed idromassaggio rilassano i nostri muscoli prima del tramonto. Poi aperitivo in spiaggia con vista su Capri.. Lovely.
Una battuta tira l’altra ed è ora di cena. Dopocena siamo beatamente sdraiati sui lettini del giardino dell’Olmitello a solleticarci la pancia di risate. Prima di andare a dormire un salto in spiaggia per la buonanotte.
Sabato imbarco alle 10,10. E’ previsto il rientro a Procida per la serata (Maronti-Ciraccio, km.30). Ci salutano da Maronti mentre ci accingiamo a riprendere il giro orario dell’isola . Il mare fuori è agitato ma vicino la costa è tranquillo e il vento non è fastidioso. Scorriamo sotto l’incantevole paesino di S. Angelo. Un grosso masso di tufo grigio, collegato alla terra da una bassa lingua di sabbia, raggiunge, con Punta S.Angelo, l’estremità meridionale di Ischia. Costeggiamo un tratto di costa arenaria che entra a picco nell’acqua. Respiriamo i fumi curativi delle sorgenti sulfuree che cadono a scroscio dalle pareti nell’acqua salata. Il particolare odore che emanano e l’inevitabile richiamo alle distese di immondizia che abbiamo lasciato vicino Napoli generano battute sulle analogie. Visitiamo la grotta del Mavone e siamo in breve a Punta Imperatore. Costa, in questo tratto, frastagliata e cosparsa di scogli. Il gruppo si sgrana, ciascuno a trovare il proprio anfratto e il proprio tempo. Chi fa una sosta flash alla spiaggia di Chiaia, chi si refrigera con un bagno, chi gioca a cavallo del moto ondoso che si incanala tra gli scogli e… senza accorgercene siamo alle vicine Punte di Caruso prima e Cornacchie poi. Alle 13,10 sosta pranzo alla baia di S.Montano (15,4 km. da Maronti). Un’idea che hanno avuto in molti!!!
Si riparte alle 14,50 alla volta di Procida. Attraversiamo la zona termale tra Lacco Ameno e Casamicciola quindi giungiamo al porto di Ischia. Ci riuniamo al Castello Aragonese prima di traversare per Procida. Mare calmo. Non c’è traffico di barche a parte la coincidenza del traghetto al quale riconosciamo la precedenza.
Le barche sono tutte a Procida!! Nel ridosso offerto dall’ Isola di Vivara (parco naturale protetto). Un ponte artificiale la collega a Procida. Cacciamo qualche urlo per non farci speronare dalle barche a motore! Attraversiamo il ponte e costeggiamo la spiaggia di Ciriaccio fino quasi alla fine dove troviamo il camping che abbiamo prenotato. Qualche battibecco per la distribuzione degli alloggi, e poi tutti d’accordo per la cena al borgo marinaro di Corricella. Dopo la divertente traversata dell’isola su un temerario pulmino che fa il pelo a case, muri, macchine e persone, trascorriamo una serata serena in uno dei porti più suggestivi d’Italia. Forse secondo solo, per bellezza, a Porto Venere in Liguria. A mezzanotte l’ultimo pensiero è per le barche troppo esposte al frangente del mare. Le leghiamo con la promessa che ciascuno avviserà gli altri qualora avverta un cambiamento di tempo. In men che non si dica anche questa sera sprofondiamo tra le braccia di Morfeo.
Domenica imbarco alle 11,00. Percorso Ciraccio-Monte di Procida (km. 15,3). Giro di Procida antiorario con sosta pranzo al porto di Corricella. Visto dal mare rivela tutta il suo splendore. Piccolo approdo riservato solo a barche da pesca locali. Dove la massima di vita sembra essere “Prora et puppis est vivere” (Fra la prora e la poppa è il vivere). Un angolo di Procida che pare disegnato ad acquarello. Il paese è tutto sviluppato in altezza tra viuzze, rampe e scalinate. Arricchito da una infinita serie di particolari marinari e protetto nell’angolo estremo ad est dal classico e sobrio Castello Aragonese. Fuori da questo angolo senza tempo un inferno di yacht e motoscafi troppo spesso guidati distrattamente e senza il rispetto delle elementari norme costiere. Mare agitato grazie solo all’andirivieni di queste barche. Alle 12,35 lasciamo Corricella procediamo lungo la costa di Procida sollazzandoci fino a Punta Pioppeto alla volta di Monte di Procida. Tra una sosta e l’altra, alle 17,30 siamo a Monte di Procida. Smontiamo le barche in uno spazio che si fa sempre più ristretto, ma l’abitudine ormai ci ha sincronizzati anche per le situazioni al limite.
Un abbraccio ai ragazzi che hanno condiviso questa bella vacanza. Un abbraccio a chi è rimasto a casa per impedimenti vari e un abbraccio al Capitano che non era con noi ma che, grazie a quello che ci ha insegnato, è stato virtualmente con noi in tutte le decisioni, i gesti e i pensieri che ci hanno permesso di navigare in allegria e in sicurezza.
Francy