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"LA MAGA CIRCE"
Promontorio del Circeo
7 gennaio 2023

 

Negli ultimi anni avevamo abbandonato la tradizione di iniziare l’anno canoistico con una pagaiata al Circeo. E invece questo anno, su invito del presidente, torniamo alla nostra classica  uscita invernale vicino casa. Ed è decisamente un buon inizio.

Partecipanti: io (Paola), Roberta, Giuseppe, Michele, Antonio P., Pietro, Fabrizio e Rossella.

Appuntamento alle 10, a Torre Paola, presso il noto ristorante, ma l’imbarco viene ritardato sensibilmente a causa della apparente e incomprensibile scomparsa di una pagaia.  La quale, come dopo si scoprirà, era stata “momentaneamente” sequestrata da un pescatore e  “custodita” nella sua macchina.

L’imbarco avviene nella spiaggetta a sinistra del canale.

Fa caldo, il cielo è plumbeo, il vento totalmente assente, il mare una tavola grigia. Condizioni decisamente insolite per il Circeo, ma comunque ugualmente affascinanti.

Durante l’andata, ci soffermiamo ad ammirare le numerose grotte, e a guardare dubbiosi le numerose ville edificate sul crinale. Ogni volta ci chiediamo: saranno state condonate? Sono al sicuro da mareggiate? Sono facilmente raggiungibili da terra? Non avremo mai le risposte. Intanto notiamo come, in corrispondenza delle case, la costa  sia ricamata da manufatti vari scavati nella roccia, quali scalinate, moli, scivoli e rimesse per barche.

Alla fine del giro del promontorio, prima di arrivare al porto di San Felice, scorgiamo anche la famosa grotta Guattari, protetta da una cancellata e piena di turisti: é il luogo dove di recente sono stati trovati i resti di diversi individui dell’uomo di Neanderthal, che ha riportato questo luogo alla ribalta delle cronache europee.

Facciamo la pausa pranzo sulla spiaggia a sinistra del porto. Purtroppo notiamo che è molto sporca, con ciabatte, polistirolo e bottiglie in quantità.

Al ritorno, come sempre andiamo più veloce, accompagnati dai soliti cormorani ed alcuni aironi cinerini. Facciamo un’unica sosta prima dell’approdo, in una spiaggetta ai piedi di una grotta a due piani, evidentemente frequentata durante la bella stagione, visti gli arredi di fortuna e i resti di presenze umane.

Dopo lo sbarco senza problemi, vista l’assenza di onde, qualcuno, non pago della giornata e dei 15 km percorsi, decide di ristorarsi  presso una locale sagra del cinghiale.

Alla fine scopriamo che Antonio è riuscito a fotografare il tramonto: il sole lo ha visto solo lui.

Paola Scaramozzino

     
     
     
     
     
     
     
     
     

 

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