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Gara Giglio 20-21 Maggio 2006

Prosegue una stagione che rimarrà nella memoria dell'acqua, un'altra vittoria,
il vero spirito, l'essenza della canoa polinesiana... ora vi racconto.

 

Il contesto della gara , che dire, ci sono pochi aggettivi per descriverlo, "Meraviglioso"... l'Isola del Giglio.

Ma ciò che mi e rimasto impresso e stata l'atmosfera dell'evento, Tedeschi, Spagnoli, Italiani.

Da Torino partiamo con una buona carica motivazionale, eravamo tutti pronti alla sfida. Tutto e andato ben oltre alle aspettative. Per la gara del sabato era previsto vento da sud/ovest e visto che il percorso era la circumnavigazione dell'isola avremmo avuto mare a favore, contro e laterale ed anche un tratto riparato.

L'albergo era bello, ma soprattutto mi piaceva il fatto che fosse grande e che ospitasse un sacco di amici che non vedevo da un mese, da quando si era disputata sempre in Toscana l' Etruria Cup in OC2, egregiamente organizzata dal Gruppo Canoe Roma.

Al via 39 oc1 tra cui Marton Budai tedesco olimpico di Atene 2004, più i migliori italiani sulla piazza ed un nutrito gruppo di atleti delle Canarie. Al via Marton prende la testa della gara, al termine verrà soprannominato da tutti il motoscafo con un buon rimborso potrebbe fare la barca d'appoggio. Dietro di lui si scannano Claudio Bazzini che lentamente si allontana dal gruppo, e poi Luca Cassolo, Reza Nasiri, Peppe Storoni e Frank Eller ecc.

In quei primi km di gara le onde arrivano regolari e mi stupisco di come riesco a sfruttarle facendo delle simpatiche surfatine che piano piano mi consentono di staccare il gruppetto e mantenere il distacco da Claudio. Intanto i km passano e piano piano il verso delle onde cambia. Mi ritrovo al faraglione di Giglio Campese, stupendo passaggio tra le onde di risacca. Claudio davanti a me passa, io dietro aspetto che l'onda si infranga e poi mi butto nel passaggio, l'onda di ritorno mi prende e mi porta in diagonale oltre il faraglione, "Minkia che figata".

Continuo e ma man mano che giriamo intorno le onde arrivano sempre più laterali e con l'onda di rimbalzo della scogliera mi sembra di essere caduto dentro una lavatrice e sbatacchiato qua e là cerco di avanzare, ad un tratto avverto una sensazione, sento una presenza dietro di me, è Peppe che sta rimontando.

Era dietro dove il mare era più regolare ma ora che galleggio in questa convulsione marina, lo vedo mi giro è sempre più vicino. Io lo so, lui e più bravo di me con quel tipo di mare, e nel cervello mi risuona la frase "non farlo risalire mantieni il distacco". Ma lui risaliva sempre di più, con sicurezza sceglieva linee d'acqua tra le onde, strade migliori delle mie. Non parlavo perché non avevo abbastanza fiato, però pensavo e in quel momento pensavo cose brutte; "maledetto capellone, come cavolo fai ad andartene via così".. questo era il pensiero base.

NB. non arrabbiarti Peppe nonostante che per te io nutra il massimo rispetto, in quel momento non riuscivo ad avere pensieri felici.

Intanto lui sfilava e aumentava il distacco. In mezzo a tutto quello scuotimento che non finiva mai non potevo perdermi d'animo. Sapevo che arrivato al punto più a Sud dell'isola, questa avrebbe coperto il vento, ed il mare lì sul versante est sarebbe stato più calmo, ma in quel punto oramai il distacco era quasi di 150m e mancavano solo 4 km alla fine della gara. Ricordo ancora quelle onde sulla scogliera, belle imponenti, il rumore del vento e quello del mare rendevano tutto caotico e assordante. Quel rumore isolava da tutto, non potevi fare altro che sentire il mare che potente, come la mano di un gigante sollevava la canoa, portandola in alto, in cima all'onda per poi farla scontrare con le onde di ritorno dalla scogliera. Rocce chiare illuminate dal sole, con un contorno di bianca schiuma e poi quel blu profondo. Mentre pagai non puoi fare a meno di osservare con meraviglia tutto ciò, come l'imprevedibile carattere di una donna, ecco il mare potrei paragonarlo ad una donna stupenda, che a volte si lascia accarezzare e scoprire quando calmo puoi navigare assaporandone il profumo, e non ti fermeresti mai fino alla prossima isola.

Ma oggi quel carattere era cambiato nervoso e superbo, terribile e attraente al tempo stesso. Una sensazione che ti rimane incollata alla pelle, un desiderio di uscire e trovare onde e provare ancora tutto questo, con spropositata passione.

Ne conosco una di donna così, stupenda ma anche pungente come gli spruzzi delle onde che ti si infrangono addosso, e la sua maestosità color del cielo ti inebria e dopo che l'hai conosciuta non puoi più scordarla, e allora vorresti “In quel mare vivere il più a lungo possibile”.

La fatica poi prende il sopravvento e senza mai fermarti la mente rientra in gara. Peppe e lì davanti che continua , non molla decido di provarci. Aumento il ritmo e piano piano arrivo all'altezza della sua coda. Purtroppo mancano pochi metri, gli scogli dell'arrivo sono troppo vicini, tutto finisce con 5 secondi di distacco.

Peccato, per il terzo posto sfilato dal collo per un soffio.

E' stata una gara bellissima.
Mi fermo e man mano arrivano gli altri atleti e si ricomincia a parlare un po' inglese, un po' spagnolo e un po' italiano, ognuno racconta la propria gara personale, si ride si ascolta e si stringono amicizie.

Questa stagione agonistica si sta man mano rivelando entusiasmante, da anni non si accendevano sfide di questa portata.

Al Briefing e alla premiazione c'era qualcuno che continuava a ripetere che i canoisti erano 40. Purtroppo eravamo solo in 39 ma il quarantesimo era lì presente con il cuore in canoa insieme agli altri. Presto amico mio, presto, ci si guarderà negli occhi in partenza e comunque vada ci si stringerà sempre la mano alla fine, sempre.

Un personale ringraziamento a tutti i partecipanti, ai più lontani, Germania e Canarie e tutti gli Italiani che non si sono tirati indietro ed hanno accettato la sfida del mare in primo luogo e poi quella degli avversari, senza timore.

Grazie agli organizzatori di questo bell'evento, “Allwave” Roberto e Mario, la Pro loco del Giglio, L'Hotel Arenella e Giovanni De Francesco.

Ringrazio anche Valentino Romano GCR e Angelo Stamati ADF che si sono prodigati per ottenere la massima documentazione dell'evento.

Faccio volentieri un elogio a Marton che nonostante la superiorità dimostrata in barca, a terra e sempre stato insieme a tutti, con disponibilità e modestia, sempre pronto al sorriso.

Grazie ai miei compagni di barca, Peppe e Maurizio, Claudio che ha dato tutto proprio tutto... “ha dato anche di stomaco”, a Sergio che dopo due giorni dall'operazione in bocca per un granuloma ha fatto due gare durissime e ora è a letto con la febbre. Poi c'è Mirko Puro F7, “il leone di Modena”. Grazie amici per questa vittoria.

Un saluto speciale ai Romanacci GCR e associati...  Brava Rossella!!!! sei tosta.

Ciao a TUTTI

Luca Cassolo

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