www.gruppocanoeroma.it > Canoa e Kayak in Mare


LAGO DI CAMPOTOSTO
20 novembre 2005

 

 

Il lago di Campotosto si trova a 1300 metri di altitudine ed è, in Europa, il secondo lago artificiale per estensione. E’ anche quello alla latitudine più bassa che durante l’inverno ghiaccia completamente (anche fino a 70/80 cm). Mettiamoci, inoltre, che si trova tra il massiccio del Gran Sasso e i Monti della Laga ed è più che sufficiente per andarlo a trovare.

Salendo da L’Aquila è ben segnalato e lo raggiungo facilmente, nonostante la prima neve della stagione che ricopre la strada. Già: la neve. Potrebbe esser un inconveniente per andare in canoa. Ma, forse, è proprio questo che cercavo: una bella pagaiata in montagna in mezzo alla neve. E sono stato accontentato.

Trovo un imbarco facile seguendo una stradina che si imbocca di fronte alla casa cantoniera prima di arrivare al paese di Campotosto. La riva del lago è ghiacciata per un paio di metri e la canoa scivola in acqua facendo scricchiolare il ghiaccio.

 Un vento freddo (la temperatura è di circa un grado) mi spinge facilmente sotto il paese fino ad arrivare, in poco tempo, alla diga di Poggio Cancelli. Ce ne sono altre due che racchiudono il lago. Nei pressi della diga, viro per costeggiare l’altro lato di questo ramo e pago profumatamente il biglietto dell’andata. Il vento è, adesso, tutto contro fino a doppiare la punta di Piè del Colle. Mentre, prima, ammiravo le coste innevate, ora, guardo con sorpresa il ghiaccio formarsi sul salvagente. Comunque la vecchia maglia di lana, sotto la giacca d’acqua, e le moffole fanno il loro dovere e non sento affatto freddo. La fatica è ampiamente ripagata dalla vista del Gran Sasso abbagliato dal sole.

Doppiata la punta, il vento torna favorevole e l’andare più rilassato. Passo sotto il Ponte delle Stecche e mi avvicino  a Mascioli (l’altro paese che si affaccia sul lago). In un’ansa riparata ed assolata scendo per uno spuntino, approfittando per fare due passi sulla neve.

Dopo l’imbarco godo ancora del vento favorevole e degli stormi di anatre che volano via  sorpresi dalla mia presenza. Mi aspetta ancora un bel tratto contro vento che mi impegna non poco. Costeggio la diga di Sella Pedicate, riattraverso il ponte e punto verso la diga di Rio Fucino. Piccole soste in anse riparate mi confortano e la vista di spiaggette innevate mi soddisfa.

Gli ultimi chilometri dei 25 che ho percorso sono, di nuovo, a favore di vento e, così, raggiungo in breve il punto di imbarco. La riva è ancora ghiacciata e, per spingermi a terra, utilizzo a mo' di stampelle due bastoni che “astutamente” avevo portato con me.

Adesso si presenta la parte meno piacevole: spogliarsi. Lo faccio e rapidamente mi rivesto, il sole sta tramontando ed il freddo è pungente.

Cambiano i colori, è ora di tornare.

 

Antonio Paolucci

 

 

   
   
   
   
   
   
 
   
 
Guarda il percorso dal satellite con Google Maps

 

Torna indietro

 

Home

Privacy e Cookie Policy