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"GIRO IN NOTTURNA DEL LAGO DI BRACCIANO"
22 agosto
2010
di Valentino Romano
Dopo quattro settimane di pagaiate
in Sardegna torno al "Dragolago": è domenica e ci sono quasi tutti... C'è il
solito bel clima, si scherza, si raccontano le cose fatte da ognuno in questo
periodo, qualcuno è già in acqua...
Io ho in programma più che altro di fare un po' di manutenzione al mio kayak,
non ho molta voglia di pagaiare, come spesso mi succede al ritorno dalle vacanze
fatte in canoa faccio fatica a ritornare ai percorsi abituali.
Uno dei primi che incontro è Antonio Angelo che con il consueto entusiasmo mi dice: - Ah, bene! Allora ci sei anche tu questa sera per la "notturna"! - Chiedo maggiori informazioni e mi dice che per questa sera ha organizzato un Giro del Lago con imbarco a mezzanotte e rientro all'alba: io, che prevedevo di fare al massimo una pagaiatina e tornarmene a casa in serata obietto che non ho neanche portato la tenda per fermarmi a dormire al Dragolago. La risposta di Antonio è pronta e non ammette repliche: -La tenda non ti serve, la notte la passiamo in canoa..-. Aderisco all'iniziativa.
Mentre scarico il kayak dalla macchina arrivano Lucio e Simona: decidiamo di fare un'uscitina insieme e ci imbarchiamo alle 13:15 pagaiando e chiacchierando in direzione Anguillara. Il lago è bellissimo, non c'è un filo di vento, pochissime le imbarcazioni in acqua e si va che è un piacere... senza quasi rendercene conto facciamo 9 Km; a questo punto bisogna decidere: tornare indietro (totale 18 Km) o completare il giro? Decidiamo di continuare, anche se questo mi preoccupa un po': mi sono sbilanciato con Antonio sul giro in notturna... ce la farò a mantenere l'impegno? In questo modo mi ritroverò a fare due giri del lago in una sola giornata e si tratta di più di 50 Km... Ma insomma, ormai siamo in ballo quindi balliamo!! Anzi in realtà non balliamo neanche un pochino, l'acqua è liscia come l'olio. Ci fermiamo a Trevignano per un caffè. Velisti e windsurfisti giacciono disperati sulla spiaggia in attesa di un poco di vento che - sembra - dovrebbe arrivare di lì a poco. Dopo la pausa ripartiamo ed effettivamente si alza una leggera brezza. Ci teniamo un poco distanti dalla costa per accorciare un po' e alle 18:25 sbarchiamo dopo 26 Km. In spiaggia incrocio subito lo sguardo interrogativo di Antonio: "Non preoccuparti Anto', la notturna la faccio lo stesso, basta che Lucio ci prepari una cena delle sue!". In effetti non sono affatto stanco: l'andatura tranquilla e l'allenamento fatto in Sardegna non mi hanno fatto pesare per niente i Km percorsi.
A cena pianifichiamo nei dettagli l'uscita notturna, ci rimpinziamo per benino e concludiamo con un caffè doppio. Mentre siamo a tavola con gli altri candidati alla "notturna" qualcuno avverte un rumore insolito per questo periodo e per quest'ora: lo sciacquettio delle onde ci richiama in riva al lago: la leggera brezza del pomeriggio si è trasformata in un venticello teso da Nord che increspa la superficie del lago che invece avevamo immaginato calmo come sempre nelle sere d'estate. Ma sono ancora le 22:00, perciò decidiamo di prendere tempo per vedere l'evolversi della situazione. Un gelato, due chiacchiere e arriva la mezzanotte: la situazione non è cambiata. Uno a uno i "probabili partecipanti" decidono che forse è meglio andarsene a dormire e rinviare la notturna alla prossima occasione. Restiamo solo io e Antonio: io che dovrei tornarmene a casa perché senza tenda, lui che ha organizzato tutto e sarebbe il più dispiaciuto di dover rinunciare. Ci consultiamo, scrutiamo meglio il vento e il lago, ci riconsultiamo... secondo noi si può fare: se facciamo il giro in senso antiorario dovremo essere protetti per la maggior parte del percorso, in fondo il vento non è poi così forte, le onde non sono alte, la situazione può sempre migliorare durante la nottata e - se dovesse rivelarsi troppo difficoltosa - possiamo sempre fermarci in un punto qualunque e aspettare l'indomani mattina, conosciamo bene il lago e ci sono molti punti per sbarcare.
Superati gli indugi eccoci pronti: alle 00:25 ci imbarchiamo: i
nostri amici sono rimasti in spiaggia per salutarci ma si raccomandano, tante
volte dovessimo tornare nel mezzo della notte, di fare piano per non svegliarli.
Il primo tratto fino al "Pizzo" scorre via abbastanza tranquillo, onda e vento
sono davanti e tutto fila liscio. Appena "girato l'angolo" e in vista di
Anguillara la musica cambia: ora l'onda è al traverso e dobbiamo pagaiare con la
massima attenzione. Qualche dubbio viene a tutti e due ma ce lo diremo solo alla
fine. Superata Anguillara con il suo lungolago illuminato attraversiamo
l'insenatura della "Marmotta": sotto di noi il fondo del lago conserva i resti
di un villaggio del Neolitico in cui è stata ritrovata una
piroga monossile (ricavata cioè da un solo tronco di albero) che risale a
circa 8000 anni fa e che è ora esposta al museo Pigorini di Roma. Raggiunta la
sponda opposta della Marmotta le onde scompaiono: siamo al riparo e forse
il vento è un po' calato. Infatti anche nel tratto dopo il "Pizzo Prato" si
naviga benissimo alla luce della luna "quasi piena" immersi nel silenzio più
totale. Quattro cigni compaiono maestosi dal buio davanti le nostre prue. Ci
teniamo vicinissimi alla linea di costa e filiamo lisci verso la prima delle due
soste previste. L'attraversamento dell'insenatura delle "Pantanelle", subito
prima di Trevignano, ci impegna un poco: il tratto è meno riparato (o forse il
vento è di nuovo aumentato) e dobbiamo stare attenti alle ondine insidiose che
vengono dalla nostra destra.
Alle 02:37 sbarchiamo sulla spiaggia al centro di Trevignano dove ci concediamo
uno spuntino e sostiamo per una mezz'oretta sul lungolago deserto. La serata è
calda e non sentiamo neanche l'esigenza di indossare qualcosa di asciutto.
Alle 03:10 siamo di nuovo in acqua e, costeggiato tutto il lungolago di
Trevignano, ci troviamo in breve di fronte a Vicarello. E' il tratto più
suggestivo di tutta l'uscita: nessuna luce lungo le sponde, un'onda lunga ci
sospinge, sembra il respiro del lago.
La luna sta tramontando proprio di fronte a noi che pagaiamo nella sua scia
riflessa sull'acqua. Alle 04:30 sbarchiamo sul lungolago di Bracciano. L'alba è
prevista per le 06:25: decidiamo perciò di fare una sosta più lunga per
aspettarla. Anche se non siamo affatto stanchi ci rilassiamo seduti su un
gradino. Alle cinque un passante esterrefatto ci guarda come fossimo due
marziani... effettivamente non deve essergli capitato spesso di vedere due tipi
con salvagente e paraspruzzi seduti a chiacchierare a quest'ora della notte. Ci
concediamo anche un autoscatto in riva al lago.
Alle 05:45 ci imbarchiamo per l'ultima tappa, solo 6 Km ma vogliamo goderceli
tutti. Il cielo si rischiara rapidamente, l'onda che proviene dalla nostra
sinistra non ci disturba neanche un po', ci fermiamo ripetutamente a
fotografare. Intorno a noi c'è il risveglio del lago: uno stormo di passeri ci
passa davanti, una garzetta fa capolino tra la vegetazione, un nibbio bruno
volteggia in cerca di cibo. Ormai ci siamo, è giorno, siamo arrivati. Sbarchiamo
sulla spiaggia del "Dragolago" alle 06:42. Il GPS segna 28 Km (che per me,
sommati ai 26 del primo giro fanno 54, e meno male che non avevo voglia di
pagaiare...). Durata totale del percorso 6h 16' (4h 18' in movimento - 1h 58' in
sosta).
Be', oggi ne avremo di cose da raccontare... Ma prima voglio fare colazione.
Valentino