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GIROVAGANDO TRA ALGHERO, BOSA, STINTINO
Dal 13 al 16 giugno 2019

 

Operatore Tirrenia :“Signora le posso fare una domanda?”
Io: “certo”
Operatore: “ ha scelto prima il colore della canoa o quello della macchina? Sono uguali!”
Io: ”Non sono uguali, una è rossa e l’altra arancione. Mi piacciono i colori ;-)”
L’Operatore controlla il biglietto. Mi indica l’omino con il gilè arancione (come la mia auto) dal quale devo recarmi per avere la carta d’imbarco e mi dice: “non porti via con sé anche l’omino vestito di arancione”
Io:”ahahahaha”

Ho riso per tutto il giorno. E’ divertente scoprire come ti vedono gli altri ;O)

Si sono, così, conclusi i 4 giorni trascorsi in Sardegna contraddistinti dallo stesso humor e la stessa allegrezza. In balia della rosa dei venti che ha visto girare l’ago su tutti i quadranti. Nonostante una stagione variabile come quella del 2019 avevamo sperato di centrare la porta dell’estate. In realtà ci siamo avvalsi solo di finestre aperte. Dopo cinque giorni pieni di pagaiate sulla costa ligure di levante, dove la variabilità anche aveva giocato le sue carte, in tre (Alessandro, Francy, Marzio) ci siamo staccati da quella costa e dagli amici di pagaia di quei giorni alla volta di Porto Torres in Sardegna. Ci siamo imbarcati sul traghetto a Genova accettando, felicemente, l’invito dei gemelli di “Remo e Pagaia di Cagliari” con cui ci siamo dati appuntamento a Fertilia per pagaiare insieme dal 13 al 16 giugno.

Con il primo giorno (giovedì 13) ho raggiunto un mio goal personale. Ossia l’ultimo tratto della costa occidentale sarda che mi mancava. Tratto di 35 km. Compreso tra Alghero e Bosa, di notevole caratura naturalistica. La finestra che si è aperta ci ha consentito di ritagliare la  costa ambita anche dai sardi poiché spesso flagellata dai forti venti di maestrale. Tra gli echi delle battute in dialetto sardo e romano abbiamo trascorso allegramente la giornata che ci ha accompagnato fino all’ultimo mirto, chiamato da Giovanni di Sardegna e tracannato al simpatico e delizioso baretto fronte camping di Fertilia.

Il secondo giorno non sono stati i chilometri in mare a scandire il tempo ma i miei 54 anni. Il mare infatti era impraticabile sia sul lato occidentale che sul lato, che speravamo ridossato, del Golfo dell’Asinara. E, si sa, quando è così si finisce per mettere le zampe sotto il tavolino. Ne ho approfittato per offrire qualcosa al bar e festeggiare il mio compleanno con vista sull’isola Piana e Asinara a Stintino. E’ seguita la visita alle Miniere dell’Argentiera con partita di pallavolo.  E, sotto sporadiche gocce di pioggia che portavano via l’afa pesante della mattinata, ci siamo ritrovati per cena tra i box delle auto impegnate nel rally di Alghero. La giornata non poteva non chiudersi senza l’unzione di mirto e sigaro cosparsi da Giovanni di Sardegna ;-)

Il terzo giorno si anelava nuovamente la costa a nord di Fertilia. Partenza dall’Argentiera fino a Cala Dragunara con passaggio per Capo Caccia che, per la seconda volta, però, si è negato. Al tentativo di imbarco presso le miniere dell’Argentiera, infatti, dopo 4 chilometri, all’unanimità ci siamo fatti convincere a rientrare dalla enorme massa d’acqua che muovevano le onde. D’accordo a ricaricare le attrezzature e spostarci sulla costa orientale, lato Stintino. Con l’operosità delle formiche la squadra sardo-romana ha ricomposto gli equipaggi auto, in men che non si dica, e si è spostata nel Golfo dell’Asinara cercando una zona ridossata. Qui ci ha teso le braccia il mare cristallino di Stintino. La sorridente e selvaggia isola Piana ci ha aperto il passaggio nel braccio di mare che la divide dall’Asinara. Un contorno meraviglioso per una giornata fortemente voluta, piena di noi e di Sardegna che ha comunque contato 27 chilometri. Bis meritato all’osteria di Fertilia e unzione di mirto e sigaro di rito.

Il quarto giorno è stato il giorno dei saluti. L’uscita in acqua è stata corta e breve per far spazio alle esigenze logistiche del rientro. Qualcuno, come la sottoscritta, ha cercato il riposo per godersi il relax sulla spiaggia di Fertilia. E perché no, visto che per mare, questa volta si è negato, una visita a piedi di Capo Caccia prima di tornare nel continente.

Ringrazia di cuore gli amici di Cagliari che ci hanno guidato in questa uscita: Roberto,  Giovanni, Mauro, Elena, Enzo, Franca, Titti, Elia.

Francesca Gastaldi

 

     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     

 

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