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PATAGONIA
dal 24 novembre al 5
dicembre 2003
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Fluvial Trip 2003"
(16 minuti - 12 Mb - consigliato solo per connessioni veloci)
Il Patagonia Fluvial Trip 2003, organizzato da Walter Filattiera, Guida Fluviale Istruttore della FICT, si è svolto dal 22 novembre all’8 dicembre. Oltre a Maurizio Consalvi GFI e Luca Saltafuori hanno partecipato: Luigi Vespoli, El gaucho Francesco, il Patella, Daniele di Piombino, il BimboAle da Livorno, Marco l’invisibile, abilmente assistiti dai supporters argentini Martino, Gustavo, Leonardo, Sebastiano e dall’imperturbabile autista…Fabio.
Per info e notizie sul PataFluvial 2004 contattare Walter Filattiera
Impressioni di viaggio
Il racconto di Maurizio
Inaspettatamente si è materializzato quello che fino a qualche settimana prima era solo un sogno nel cassetto. Incredulo e un po’ disorientato sono arrivato a Milano, avvolta nella solita nebbiolina novembrina, da dove voleremo verso l’Argentina e da lì "on the road and on the river" in Patagonia.
Insieme a Luca di Siena ed altri sette canoisti provenienti da varie parti d’Italia condivideremo l’emozione di scoprire questo lontano angolo del pianeta.
A Buenos Aires ci aspettano cinque argentini che ci accompagneranno nel "Patagonia River Trip".
La nostra prima tappa è Mendoza e da lì Potrerillos, 1200 km ad ovest di Buenos Aires, a ridosso della cordigliera delle Ande laddove si trovano le cime più alte, oltre i seimila metri. In questa lunga tappa di trasferimento, tormentata da un’infinita serie di imprevisti congiunta ad una qualche approssimazione degli argentini, cominciamo a percepire una delle caratteristiche di questa terra e di questo popolo: le enormi distanze e che le difficoltà in qualche modo, si sistemeranno!?!.
Tutto sembra dilatarsi, allungarsi. Gli spazi infiniti, la pampa sconfinata delimitata da ridicole quanto efficaci recinzioni per contenere mandrie di bovini e di cavalli, forse per tenere lontano occhi indiscreti. Il lungo rettilineo che sparisce all’orizzonte, il tempo, che sul lento e stracarico pulmino con annesso carrello artigianale porta canoe, scorre lento e inarrestabile. Sembra quasi che voglia ritardarci l’arrivo alla nostra prima "cabaña".
Dopo 15 ore di aereo e 25 di pulmino, Martino - cuoco-rafter argentino - ci prepara un generoso quanto immangiabile piatto di pasta. Stravolti ingurgitiamo tra i commenti sconsolati di chi non ha ceduto alle lusinghe del letto. Martino si riscatterà ampiamente nei giorni seguenti con empanada, asado, tortillas, milanese, ravioli, vino tinto, cerveza e altro ancora.
Superate le avversità del primo giorno il viaggio gli spostamenti proseguiranno senza problemi e con un alternarsi di paesaggi mozzafiato, fiumi di cioccolato, montagne desertiche ed araucarie svettanti fino a 45 metri, acque azzurre, verdi, limpide; altopiani aridi costellati di oasi verdi dove sperdute fattorie cercano protezione dal sole cocente e dal vento sferzante.
Ed ancora, via via che scendiamo verso sud, boschi intricati dove dominano i colihue, alberi alti fino a 40 metri con il fusto largo 2.
Dove invece la vegetazione diventa più aperta distese di ginestre in fiore illuminano gli interminabili sterrati. Ci accompagnano sempre il Chimango, rapace della pampa, mucche che pascolano beate, mandrie di cavalli, greggi di capre a nord e di pecore dalla folta lana a sud.
Una schiera nutrita di uccelli assiste alle nostre discese: il fenicottero comune, il martin pescatore, l’aquila, il picchio, anatre, germani, oche selvatiche, falchi, cormorani, gabbiani, rondini, cigni dal collo nero, volpi, lepri. E poi di nuovo abeti, cime innevate, laghi che sembrano mare e un mare di polvere che ha impregnato la nostra pelle, la muta, il kayak. Polvere che sbuca nel pulmino malgrado i finestrini chiusi e ci costringe a viaggiare con il fazzoletto sul viso, polvere che laviamo nelle splendide acque del Rio Aluminè.
Argentina, terra e popolo dai forti contrasti e grandi contraddizioni. Nuvole disegnate nel cielo che sorvegliano desertiche gole scavate da acque cristalline; proprietà estese come regioni italiane e case di 60 mq, costruite tra polverose strade; grattacieli che dominano baracche coperte da eternit; fiat 600 e pick-up 4WD; TIR ultramoderni che attraversano rombanti la pampa al fianco di gauchos a cavallo; sciuscià mirabolanti di fronte a negozi di telefonini; la cucina economica a legna con di fronte il televisore con decoder e parabola; case senza elettricità dove il paese più vicino è a tre giorni di cavallo e Internet point disseminati ovunque.
Il nostro gruppo è ben assortito e gli inconvenienti del primo giorno ci hanno unito. Alessandro e Luca ci tengono allegri, Martino ci introduce al rito del mate ed ogni mattina lo sorseggiamo sempre volentieri. Così i fiumi li affrontiamo con piacere, allegria e la dovuta concentrazione.
Già perché questi percorsi sono in gran parte differenti dai nostri: hanno grosse masse d’acqua a cui noi dobbiamo abituarci, senza contare sulle nostre canoe ma su quelle che Walter ha portato dall’Italia e che lasceremo poi agli argentini.
Dal 24 novembre al 5 dicembre scenderemo in tutto 13 rio. Mendoza, Pircas,Tunuyan, Catan Lil, Aluminè, Rucachoroy, Quillen, Minero, Traful, Foyel, Manso, Villegas. Salterò solo il Pircas. Nel mio diario di viaggio ho annotato questo momento della discesa sul Rio Manso, nell’affrontare la rapida più impegnativa:
"…come normale sono un po’ teso, la saliva in bocca scarseggia, ma come dice Gustavo, detto Zorro "la guida mascherata": "è solo agua, no problema". Ed ha ragione, è solo acqua, tantissima per me che non amo i fiumi di volume. L’accelerazione è costante e continua, la spinta potente, le onde sono sempre più grandi, fino alla più grande che avevo individuato nella ricognizione e dietro alla quale mi aspetta un’altra di traverso che frange. La sfondo come previsto ma la successiva, piccola e insidiosa, mi indirizza dritto verso l’ultimo rullo da evitare. Ancora due pagaiate ben assestate e sfilo via sull’esterno del rullo, un piccolo appoggio per controllare lo sbilanciamento e la rapida è passata…….".
Questo viaggio ci ha fatto incontrare e vivere l’Argentina e gli argentini, le sue acque, le sue montagne, le distese sconfinate, le case isolate, i siti turistici e la metropoli moderna; le scuole dove torturavano e morivano i desaparecidos. Ci ha svelato - con i quasi 4500 km percorsi - un'esperienza che certamente ci ha arricchito.
Maurizio
La
Patatonia
Il racconto di Luca
Ecco che come vi avevo promesso,approfittando delle lunghe ore di volo di ritorno,cercherò di riassumere in breve il nostro epico viaggio in "Patatonia". Chiaramente i dettagli tecnici li lascerò a Mau.
Ci ritrovammo in una grigia mattina nebbiosa tipicamente Milanese, e il che era del tutto normale, se non fosse stato per la variegata sfilata di Kayak colorati che contrastavano l’intero paesaggio. Dopo aver imbarcato le canoe sotto gli sguardi stupiti e divertiti di numerosi viaggiatori, e caricatomi anch’io a mia volta di Lexotan e di quant'altro disponeva la farmacia di turno si parte...
All’arrivo eravamo già fisicamente e psicologicamente molto provati ma questo era solo l’inizio... Il bello doveva ancora venire.
Dopo che avevamo già perso buona parte dei bagagli a Madrid, si riparte per quella che da molti è stata definita la più grossa cazzz... che potevamo fare e cioè attraversare tutta l’Argentina fino a Mendoza pigiati dai bagagli in un micro pulmino con carrello al seguito (di molto artigianale).
Da qui in poi si susseguono svariate vicissitudini avverse, e la prima non tardò molto a manifestarsi:una canoa legata malamente strusciò sull’asfalto (era notte) e si consumò come il povero Ringhio di "Tre uomini e una gamba" (ricordate il cane legato dietro l’auto?) creando un nuovo pozzetto un po’ troppo avanzato.
Ma niente ormai poteva fermarci,lanciati a tutta birra nella Pampa sconfinata dopo lunghe ore di agonia, ecco che per una sosta di ristoro ci viene incontro il carrello, che perde una ruota e ci costringe ad una pausa di un paio di ore (artigianale remeber).
Approfitterò di questa sosta per elencare i nomi degli audaci che hanno affrontato la mala sorte con grande umorismo e rassegnazione. Sono:i veterani Walter,Ale detto il bimbo ,Maurizio,Alberto,Daniele,Luigi,Francesco,Marco,e io Luca; come accompagnatori Gustavo,Leo,Sebastiano e il pilota Fabio.
Aggiustato il tutto di nuovo si riparte, andava tutto bene (o meglio lo speravamo) fin quando il pulmino decide che anche noi dovevamo fare la nostra parte e quindi è la volta del motorino di avviamento che si rompe "SIGH" costringendoci ad ogni fermata a del sano esercizio fisico (spinta dell’automezzo sport frequente qui ma poco apprezzato dagli Europei).
A questo punto anche voi vi sarete chiesti - come noi del resto - "ma c'è qualcuno che porta sfiga?!?". Non lo abbiamo mai scoperto, c’è chi sostiene che dipendeva molto dal fatto che non ci siamo mai fermati a chiedere la protezione del gauchito gil (misteri del sud America).
Ma via,nonostante le piaghe da decubito e le occhiaie ormai giunte a proporzioni inaudite si decide di andare a dormire a 70km da Mendoza e cosi in piena cordigliera delle Ande cosa volete che potesse succedere?!?! MURPHY ci teneva d’occhio: alle ore 23 circa ecco che il pulmino ci lascia di nuovo a piedi... era finita la benzina, la stanchezza e lo sconforto avevano preso il sopravvento e l’eresie erano cosi deboli che si perdevano nel vento senza giungere al destinatario... Non ricordo più molto di quei drammatici momenti... avevo perso la fede (si ma quale? boh).
Solo che verso le due di notte dopo 26 ore di viaggio giunti nella capanna,il grande Martin per rincuorarci ci preparò una pasta che se l’avessero analizzata i chimici della Vinavil o della Bostik l’avrebbero di certo brevettata, rivoluzionando l’intero sistema dei collanti.
Finalmente si va in canoa e il primo fiume sembrava un enorme caffellatte e noi solo dei piccoli bucaneve che spariscono e riappaiono "se non si inzuppano troppo".
Casa de Anna a Villegas |
Patacolori |
I fiori di Casa Villegas |
Tutta la potenza del Manso sul piccolo Mau |
Passati due giorni si decide per il Sud e cosi felici e ustionati dal sole si riparte, nella mitica ruta 40, strada poco frequentata vista la quantità di pezzi ancora a sterro, che affrontammo a velocità smodate che toccarono anche i 30 kmh.
La Patagonia si estende a vista d’occhio e non si vede mai la fine,lunghi rettilinei che si perdono nel nulla (di sicuro le curve qui non sono una causa di mal d’auto) e intanto una quantità di rapaci ci osserva dall’alto... A Sud sempre più a Sud , passato con buoni voti il controllo bromatologico, con relativa schizzata sulle gomme di non si sa che cosa, si giunge ad Allumine, posto sperduto ma con un fiume che io reputo the best, molto più divertente ed estremamente impegnativo è un suo affluente il "Rio Conciha" ma è raro che si possa trovare acqua per tutti...
Qui si apprendono anche nuovi vocaboli spagnoli: "come me pongo" ci farà ridere per tutto il resto del viaggio.
E giù ancora più a Sud fino a Bariloche: qui il paesaggio cambia radicalmente e sembra di essere di nuovo in Italia,tutto è verdeggiante con laghi e fiumi che si incastonano perfettamente fra i monti e le colline.(scusate ma quassù c’è una turbolenza e io mi sono dimenticato gli "stordisci-mente" nel bagaglio che è nella stiva cazzzzzz..........sudo copiosamente,scrivo con un asciugamano che avvolge la penna,la mia faccia e tutt’uno con il poggiatesta bianca... come una rapida di quinto e più, se leggerete queste pagine vuol dire che sono salvo, se no...................ho perso del tempo prezioso, che potevo impiegare a cercare di circuire la hostess entrando nel club dei diecimila metri.
Ciao da Luca
P.S.:
A parte tutte le disavventure, sono felice di questo viaggio che mi ha permesso
di conoscere e vivere con grandi personaggi, pionieri del nostro amato sport.
E sono sempre più convinto che il canoista è uno strano individuo che riesce a sopportare con grande disinvoltura mille disagi, e che solo la semplice vista di un fiume gli fa dimenticare i problemi e già con la mente immagina favolose rapide dietro quella curva e paesaggi mozzafiato.
Strano, davvero strano, ma non possiamo farne a meno vero?
Un caloroso saluto a tutti coloro che hanno partecipato a questa fantastica avventura e alle loro consorti, che sono state cosi pazienti con questi eterni sognatori.
Per gli altri spero possano tutti un giorno fare una simile esperienza (magari viaggiando più comodi ahahaha)
I "Patafiumi"
IMPORTANTE: Le informazioni relative al Grado di Difficoltà e ai Punti
Rilevanti sono puramente indicative e riferite al giorno e alle condizioni
incontrate quando è stata effettuata l'uscita. |
Tutti questi fiumi sono stati discesi da Maurizio, Luca (escluso Villegas e Quillen) e dal gruppo del Patagonia Fluvial Trip 2003. Manca la descrizione del Pircas disceso solo da Walter Filattiera, Gustavo la guida mascherata, Luigi Nespoli e Alessandro "Vernacoliere". |
Fiumi discesi dal 24/11 al 5/12/2003, partendo dal nord dell’Argentina (zona Mendoza e scendendo poi in Patagonia fino alla zona di Bariloche/Villegas). |
La temperatura dai 25/28° della prima settimana via via scendendo è calata fino agli 8° di Villegas, dove il tempo non è stato bello. |
Fiume | Imbarco | ||
Mendoza | Aforadora Rafting - Località Potrerillos | ||
Distanza | Sbarco | ||
Km 7 |
2 km a valle del Centro Raft. Rios Andinos |
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Livello incontrato | Difficoltà | ||
Medio - 80 mc |
III di volume - Acqua rossastra |
Fiume | Imbarco | ||
Mendoza | Ruina - Località Potrerillos | ||
Distanza | Sbarco | ||
Km 9 |
Centro Raft. Rios Andinos |
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Livello incontrato | Difficoltà | ||
Medio - 100 mc |
III-IV (IV+) |
Fiume | Imbarco | ||
Tunuyan | Località S.Carlos - Valle de Ugo – Sotto uno sbarramento artificiale nei pressi di un campeggio | ||
Distanza | Sbarco | ||
Km 8 |
Al I° ponte stradale che si incrocia |
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Livello incontrato | Difficoltà | ||
Basso - 15 mc |
II-III di volume |
Fiume | Imbarco | ||
Catan Lil | Sulla strada per Alluminè - Al primo punto accessibile dalla strada che lo costeggia | ||
Distanza | Sbarco | ||
Km 4 | Dopo circa 4 km, prima che il fiume si ingola (abbiamo saputo poi che la gola è fattibile) | ||
Livello incontrato | Difficoltà | ||
Medio-basso 15 mc | II-III |
Fiume | Imbarco | ||
Alluminè | Località Alluminè - Lago Alluminè | ||
Distanza | Sbarco | ||
Km 10 | China Muerta, alla passerella | ||
Livello incontrato | Difficoltà | ||
Medio 100 mc | III° - IV (IV+) |
Fiume | Imbarco | ||
Ruca Choroy | Località Alluminè - Al ponte circa 8 km prima del lago omonimo | ||
Distanza | Sbarco | ||
Km 12 | Dopo circa 12 km, quando il letto si allarga | ||
Livello incontrato | Difficoltà | ||
Basso 8 mc | II (III°) - Ricco di volatili |
Fiume | Imbarco | ||
Quillen | Località Alluminè - A circa 40km dall’omonimo lago | ||
Distanza | Sbarco | ||
Km 7 | Dopo circa 7 km | ||
Livello incontrato | Difficoltà | ||
Basso 25 mc | II° |
Fiume | Imbarco | ||
Minero-Traful | Località Villa Traful - Sul Rio Minero, al ponte sulla sterrata che da Villa Traful raggiunge la strada 237 verso la confluenza | ||
Distanza | Sbarco | ||
Totale Km 15 - Minero Km 4 - Traful Km 11 | 2 km prima della confluenza con il Rio Limay | ||
Livello incontrato | Difficoltà | ||
Minero: Basso – Traful: medio | Minero II – Traful III |
Fiume | Imbarco | ||
Foyel | Zona S.Carlos de Bariloche-Ponte sulla strada 258 | ||
Distanza | Sbarco | ||
Km 45 in 7 ore, con una di pausa con fuoco e ristoro | Scuola 92, sulla strada per il Rio Manso Inferiore | ||
Livello incontrato | Difficoltà | ||
Medio | III-IV per i primi 15 km – poi II e I |
Fiume | Imbarco | ||
Manso | Zona S.Carlos de Bariloche - A valle della passerella lungo la strada sterrata che porta verso il Cile | ||
Distanza | Sbarco | ||
Km 6 + Km 3 di gole | Prima o dopo la gola finale e prima del confine con il Cile | ||
Livello incontrato | Difficoltà | ||
Medio 250 mc | III – IV (IV+) nella gola finale (IV+) con sponde a tratti inaccessibili con questo livello |
Fiume | Imbarco | ||
Villegas | Zona S.Carlos de Bariloche - Appena dopo il confine Reg.le da Villegas in direzione di El Foyel | ||
Distanza | Sbarco | ||
Km 8 | Al camping Alpargata Rosa, sul Manso | ||
Livello incontrato | Difficoltà | ||
Villegas basso – Manso medio | Villegas II – Manso III |