VOBARNO (BS) - FIUME CHIESE
CAMPIONATI ITALIANI SLALOM RAGAZZI E MASTER
UOMINI |
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Partirono in due ed erano abbastanza, pianoforte, 'na pagaia e molta fantasia, ecco la cronaca semiseria di un campionato italiano.
Il tutto nacque all'incirca a marzo, quando Sergio stanco dei continui eskimi nelle limpide acque del Teverbach con la canoa da rodeo decise di tornare alla slalom, suo primo amore, fu allora che Giovanni a quel tempo molto scoglionato e con molta panzetta riprese gli allenamenti.
La preparazione ai campionati non è stata certamente facile, campi da slalom non sempre funzionanti sul Velino Ache, scarsezza d'acqua a Subiak, mancati rilasci d'acqua a Marmoren, deforestazioni sulle sponde del Teverbach a milvio bruck, distrazioni e tentazioni di ogni genere (che avete capito, non donne ma lasagnen, cannellonen, strudel, sacher torte e generi affini).
L'impegno comunque è stato notevole e tra una pagaiata sul piatto ed una forchettata anch'essa sul piatto (primo, secondo o dolce non fa differenza) è stata fatta anche qualche gara con esiti...............deprimenti, vedi la bella mazzolata rimediata a Marmoren da parte di Giorgio il ternano; nel frattempo saliva alle cronache un certo Pepozzi, ma chi è costui?
Ma l'appuntamento era di quelli importanti, da non perdere, 14 settembre campionati italiani a Vobarno, nella repubblica del nord patria dello slalom. La strategia dei due è stata diversa, Sergio ha optato per un pellegrinaggio in Francia al santuario dell'Argentiere, sperando in una improbabile miracolazione che lo trasformasse in Richard Fox, mentre Giovanni in preda alla disperazione aveva deciso di farla finita tentando il suicidio nelle acque impetuose dell'Otzaler Ache, ma l'erba cattiva non muore mai.
Venerdi ore 14 partenza, Giovanni per l'occasione ha lucidato la canoa e portato il salvagente fichetto, manco si trattasse di andare ad una sfilata di moda; durante il viaggio si fanno tormentate riflessioni sul campo di gara, nuove canoe, pale mirabolanti e possibili avversari, il mitico inossidabile ineguagliabile irraggiungibile Mario Veronesi detto Supermario che non siamo mai riusciti a battere, ed Emanuele Petromer che ogni volta che ci siamo incontrati mi è sempre arrivato dietro di una posizione.
Ore 23 siamo a Vobarno, repubblica del nord, ridente cittadina sul fiume Chiese, emissario del lago d'Idro ed immissario del lago di Garda, siamo al nord e si sente!!!! temperatura siberiana e vento polare!! durante la notte non si chiude occhio e la tenda sembra il jennaker di Lunarossa.
Il giorno dopo, dopo un pericolosissimo contromano, ma ce ne saremmo accorti soltanto il giorno dopo ancora, proviamo il campo da slalom. Avete presente il turnichè intorno a castel S. Angelo alle sei di sera? oppure gli autoscontri alle giostre? ecco la situazione era questa: un totale traffic jam; eh si perché alla gara sono iscritti ben 46 master A, 22 master B, una trentina e passa di ragazzi, non so quanti allievi e cadetti e poi fuori gara c'è una squadra francese ed altri senior e junior + le donne, e buona parte di questi sono concentrati nei 200 metri clue del campo... ma chi è quel piccolino li? ah è il "cippo", ammazza come va forte, grazie è arrivato 16° ai mondiali conquistando mezza barca per le olimpiadi, ma che glie l'hanno segata in due?, poi c'è Supermario che non molla, anzi è come il vino, + invecchia e + è buono, e Petromer? avrà pure la panzetta ma va come un motoscafo! stavolta me frega.
In pratica del campo non abbiamo capito ‘na mazza, ed a nulla è valsa l'uscita all'ora di pranzo per trovare meno gente, ecco il vero problema, non ci siamo mai allenati su un vero campo da slalom, i nostri avversari invece ce l'hanno sotto casa,...... e si vede!
Arriva la sera e puntuale arriva la pioggia, si monta il campo per la gara con delle strane risalite che sembrano porte da calcio tanto sono larghe, pare che la nuova tendenza dello slalom sia quella dei frenatoni e delle pinne a tutto spiano, partono gli apripista ormai in notturna, ed è notevole che azzecchino le porte al buio, il campo è tecnico nonostante la scarsità d'acqua e preoccupano le porte in risalita ad esse, che non è proprio la nostra specialità. Continua a piovere, strategicamente spostiamo le tende sulla tribuna coperta dello stadio e smette di piovere, altra nottata insonne a fare da prodiere a Lunarossa, e domani è il grande giorno.
Eccoci alla gara, partirono per suonare e..........furono suonati, gli iscritti confermati per i master A sono 41, io ho il pettorale 15 e Sergio mi segue col 16, ci stanno 9 teste di serie, e noi che siamo? teste di ...... vabbè ve lo lascio immaginare. Manca la concentrazione e la determinazione dei momenti migliori, forse la preoccupazione per le difficoltà tecniche del campo, si scende più per non toccare che per andare forte, tutte e due andiamo cosi cosi, alla fine della prima manche siamo 11° e 12°, io davanti a Sergio per soli 3 decimi, con un tempo un po’ alto ma con percorso netto per entrambi, gli altri invece vanno mooolto forte, ma alcuni toccano alquanto e per adesso stanno dietro.
Allo sbarco il concorrente n°16 viene chiamato per controllo imbarcazione, panico + assoluto sul volto di Sergio, "azz mo me squalificano", "no dai metti la spugna bagnata dentro", ora la canoa è con mezzo centimetro d'acqua + due spugne bagnate + le ciabatte, ok il peso è giusto e la squalifica evitata. Ci avviamo per la seconda manche convinti che si può dare di +, l'ordine di partenza adesso segue l'ordine inverso rispetto la classifica, Sergio parte prima di me, è determinato, passa bene le prime porte con la solita classe che lo contraddistingue, certo non è velocissimo rispetto ai stra allenati canoisti hulk della nord republik, ma va bene. Tocca a me, devo andare forte e rompere il c...lo a questo campo, questo direbbe la logica ma le braccia non rispondono, la prima esse la faccio decisamente meglio, un po’ timoroso sulla 5 in risalita per non rischiare il tocco, ecco anticipa la discesa in morta, bene anche se non velocissimo, raddrizza nella discesa in corrente, aggancia, prendi bene l'acqua, azz non c'è fondo, tocco un sasso con la pagaia, istintivamente tiro su la pala e tocco la palina proprio quando sto attraversando la porta, non ci voleva, grido disperato "vaffanculo al sasso" e rischio la squalifica a vita per linguaggio oltraggioso, a questi livelli due secondi di penalità sono posizioni in classifica, già vado piano rispetto agli altri speravo almeno di essere regolare, la gara è compromessa, vado avanti per inerzia con qualche sbavaturina. Ho migliorato il tempo della prima manche di un secondo e mezzo, ma ne ho due di penalità, Sergio invece è stato bravo e regolare, mi ha dato un distacco di un secondo esatto ed è senza penalità. Alla fine ci piazzeremo rispettivamente 13° e 12° su 37 concorrenti arrivati, mica male per due romani che hanno iniziato a fine marzo e senza quasi mai vedere paline.
Per la cronaca la gara è stata vinta da un meranese dal nome impronunciabile e inscrivibile con due centesimi di vantaggio su Ettore Ivaldi (che rosika), ma il miglior tempo è quello di Hansbjorg, amico di Sergio, che è arrivato primo nei master B ed ha surclassato tutti; grande assente Marco Caldera (il torello di Ivrea) che da buon slalomista la domenica prima aveva messo in fila tutti i discesisti ai campionati di Valstagna, l'avevo detto io che se uno slalomista serio si mette a far discesa vince! vero Claudio?!
Considerazioni: una gara molto partecipata e riuscita, un campo che anche se con poca acqua era tecnico, la categoria master A si conferma la categoria del momento: partecipatissima ed agguerritissima, gente stra allenata, stra motivata e che con l'avvento dei nuovi campetti e camponi su al nord è anche stra migliorata tecnicamente, mentre noi rimaniamo le solite pippe, l'Italia slalomistica è effettivamente spaccata in due, non c'è niente da fare, nella nord republik c'è tutta un'altra mentalità sportiva, infatti per allestire il campo dei campionati hanno usato il filo di rafia (ma va!?).
Ciao
GPz