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FIUME VOMANO
6 aprile 2008

Sabato 05/04/2008, gran parte del “gruppo” si trova al raduno nel Cilento! Ricevo la telefonata di Luca “Barbetta”… Ciao, che fai domani? Vieni sul Vomano?

Il Vomano! Cavolo! Devo vedere, sai ho da fare parecchie cose, ma forse… vabbè vedo di liberarmi… credo di si, ti faccio sapere più tardi… verso le 18.00, ok? Va bene, ci sentiamo dopo per la conferma.

Il Vomano, come dire di no? Eh già come rinunciarci? Ed infatti non riesco a scartare l’invito e la mattina seguente sono all’appuntamento puntuale come poche volte in vita mia.

Siamo in quattro, Luca (barbetta), Massimiliano (il simpa), Daniele (bambino) ed io (il fenomeno) a guardare bene i soprannomi la giornata non potrà che essere indimenticabile.

Lungo l’autostrada contattiamo altri tre candidati alla discesa: Massimo Di Sabatino, Claudio (il grinta) e Gianluca, loro erano diretti verso il fiume Salto ma causa poca acqua ed il richiamo irresistibile del Vomano ci confermano che ci raggiungeranno all’imbarco del terzo tratto.

Ore 12.00 siamo tutti all’imbarco, il livello è buono, ci si cambia, si fa il recupero e siamo pronti a partire! Tradotto sono le 13.00 e finalmente ci imbarchiamo! Come al solito siamo lenti ma ce la godiamo alla grande, si ride, si scherza e si raccontano aneddoti!

La discesa è da subito frizzante, qualche bagno, qualche eskimo e qualche trasbordo ma comunque sempre con il sorriso stampato in faccia. Purtroppo il Simpa perde la pagaia alla seconda rapida ed è costretto a proseguire utilizzando la smontabile, una Prjon con pale a 90°, proprio lui abituato alla raffinatezza delle pagaie Verner… poco dopo sarà costretto a sbarcare, con questa pagaia non riesce a manovrare come dovrebbe su un fiume impegnativo.

Anche in acqua rispettiamo le nostre tradizioni ossia prudenza e tanta calma… che tradotto significa: abbiamo impiegato 3 ore a percorrere i circa 3,5 km del terzo tratto.

Fosse stato per me avrei impiegato volentieri anche 5 ore! Il paesaggio è così bello, l’acqua pulita e le rapide talmente belle da far perdere la percezione del tempo che passa.

Ma purtroppo anche le cose belle prima o poi finiscono! Ed allora solita procedura, si sbarca, ci si cambia e si fa di nuovo il recupero ma questa volta con una piccola variante… dobbiamo recuperare il Simpa che è uscito a circa metà fiume! Chi sa dove sarà? Semplice! Ha praticamente scassinato il portellone della macchina di Luca e lo troviamo a mangiare ciambelline e uovo di Pasqua ancora con il gonnellino addosso!

A questo punto non ci rimane che espletare l’ultimo dei nostri riti! Il pranzo canoistico alle 17.00! E cosa c’è di meglio per dei canoisti che pranzare in riva al fiume? Detto e fatto, decidiamo di raggiungere una radura attrezzata proprio in prossimità di uno dei passaggi più belli!

Daniele non è abituato alle nostre stravaganze ed inizia a temere per il nostro stato di salute mentale quando Luca, spensierato come un bambino, imbocca la sterrata che porta al fiume pronunciando questa frase: “ la macchina di sicuro non ce la farà a risalire… vabbé qualcosa ci inventeremo…” ed ancora di più quando, sempre Luca, cerca di stappare il vino utilizzando una vite ed una chiave inglese.

Pranziamo a base di vino, salsicce, pecorino, mozzarella, prosciutto, ciambelline e the caldo (praticamente non ci siamo fatti mancare niente) in una cornice incantevole, da un lato il fiume che scorre veloce, dall’altro un vecchio mulino ad acqua ristrutturato e sullo sfondo le montagne.

Contro ogni più rosea previsione il mitico Doblò riesce ad inerpicarsi fino alla statale. Si riparte alla volta di Roma e come di consueto il viaggio trascorre veloce parlando dei passaggi superati, delle difficoltà tecniche, delle emozioni provate e… di cosa si farà la settimana prossima?

 

Rileggo queste righe ancora con il sorriso sulle labbra e mi rendo conto che non vi è modo per me di esprime quelle che sono le sensazioni e le emozioni che ogni volta mi regalano il fiume ed i mie compagni di discesa.

Posso solo dire grazie ad entrambi.

Massimo Bianchi (il fenomeno)

 

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