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SUL TEVERE DA CORBARA AD ATTIGLIANO
24 ottobre 2021

 

 

 

Il tratto di Tevere che va da Corbara ad Attigliano è una delle tappe finali della DIT, Discesa Internazionale del Tevere, tutto in terra umbra. Lo percorriamo in una mite giornata di autunno con gli amici dell'AICAN (Associazione Italiana Canoa Canadese) grazie all’organizzazione di Eros, amico del GCR. La canoa canadese, se ben condotta, è adatta a fiumi di questo tipo, non oltre il terzo grado, e questo è il livello di difficoltà “gradito”  anche da alcuni Gcierrini. Del gruppo partecipano Elisa, Ferdinando, Pina, Giandomenico, Paola e Roberta. Ferdinando si occupa anche della sicurezza.

Tra Sup, canadesi e canoe fluviali siamo un'allegra compagine di circa 20 canoisti, alcuni estremamente giovani - abbiamo infatti in kayak singolo ben 2 ragazzine e un bambino, che hanno dato ottima prova di abilità, coraggio e consapevolezza.

 

Ci imbarchiamo agevolmente subito sotto l'imponente diga di Corbara per poi terminare il giro di 13 km sotto ad un ponte nei pressi del parco del Tevere di Attigliano, dopo aver superato il paese di Baschi, visibile su uno sperone roccioso dal letto del fiume. Il percorso si apre davanti a noi in tutta la sua bellezza. A tratti, il fiume scorre stretto nella vegetazione, in altri è più ampio e arioso. La corrente spinge poco ma ci sono diverse rapide, mai oltre il 2+, che ci tengono all'erta. Tra le più interessanti quella che prevede di passare sotto un grosso albero prima di affrontare un saltino: farla senza poterla esplorare prima è stato un bell'esercizio di disciplina. Alcune canadesi non riescono a passare in alcuni tratti parzialmente ostruiti da vegetazione. Ci sono tantissimi sassi affioranti dovuti al livello basso e qualcuno va a bagno, ma senza conseguenze, se non un rallentamento della progressione del gruppo.

Merita menzione anche una rapida in cui l'unico passaggio possibile era ostruito da rami, pazientemente rimossi da Ferdinando con una minuscola sega e con l'aiuto di Giandomenico.

Il tratto finale è un lungo "piattone" che ci fa stancare un po' ma molti sono sollevati dal non dover più affrontare rapide. Inoltre siamo nei pressi di quella che è l’Oasi faunistica del WWF del lago di Alviano, quindi il paesaggio e la natura circostante ci ammaliano.

Finalmente arriviamo al punto dello sbarco e corriamo a prendere gli agognati vestiti asciutti per poterci cambiare e scaldare un po': le temperature fresche autunnali umbre cominciano  farsi sentire. Fantastico il pranzo-merenda organizzato da Pina: la lunghezza del percorso e la progressione lenta ci avevano costretto ad un digiuno forzato di 5 ore !.

Roberta Bussadori
Paola Scaramozzino

 
     
     
     
     
     
     
     
     
 
     
     

 

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