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IL XXXVII RADUNO SULLA DURANCE
Raduno Internazionale
Agosto
2014
Sarà circa il trentesimo raduno cui partecipa Giuseppe the President, ma questo è quello con la G maiuscola, quella del Gruppo Canoe Roma. Questo anno siamo proprio tanti: Ferdinando, Emiliana, Sergio, Barbara, Marzio si aggregano agli habitué Fabrizio e Rossella, Giuseppe e Roberta. Guest Star, Martina e Giancarlo, canoista in erba. Dulcis in fundo arriva anche uno dei fondatori del GCR: Gianfranco Loffredo, che trascorrerà tutto il periodo a dare una mano in segreteria del raduno.
Ci sistemiamo “vicini vicini” nel campeggio e montiamo subito lo striscione giallo e nero a fare da sfondo al nostro accampamento. Una bella foto di gruppo ed è subito vacanza.
Ci avevano detto che il tempo sarebbe stato freddo e piovoso, tanto che qualcuno da’ forfait all’ultimo minuto (ahi ahi ahi) , invece il microclima di questa valle fa il suo miracolo anche quest’anno: ci mettiamo la giacca a vento solo un paio di volte, per il resto siamo sempre in canottiera e calzoncini.
In compenso i fiumi sono gonfi dell’acqua caduta in precedenza e ciò ci consentirà di fare tratti di solito asciutti, ma… andiamo con ordine.
Trascorriamo qualche giorno da soli, prima dell`arrivo del gruppo, io e Giuseppe, e allora come si fa ad andare in canoa? Come facciamo il recupero? Ma in bicicletta naturalmente! Cosi andiamo sulla Guil bassa, sempre un ottimo fiume per scaldare la pagaia fluviale dopo il torpore invernale, facciamo un tratto breve, ma e’ troppo divertente scendere dalla canoa e montare in bici per recuperare l’auto.
Ma è quando arriva il resto del gruppo che ci si
scatena veramente. Praticamente quasi ogni giorno un fiume: ci aggreghiamo al
gruppo del raduno che, governato da fiumaroli incalliti, propone fiumi forse non
sempre alla portata di tutti, ma sempre in sicurezza. E così cominciamo con la
Clarée: siamo oltre 40 ai blocchi di partenza, un azzardo per un fiume stretto e
con poca acqua, ma ci divertiamo tanto lo stesso. I bagni non mancano, a volte
anche multipli, ma gli angeli custodi del raduno intervengono sempre e ci
accompagnano in sicurezza fino alla fine. Qualcuno è un po’ ammaccato, ma la
soddisfazione di avercela fatta si legge negli occhi, soprattutto in quelli di
Emiliana che esce con uno zigomo graffiato da un ramo e raccoglie le coccole
degli esperti.
La Guil alta è anche peggio: sassi grossi, curve, strettoie, qualche saltino e
tanta acqua. Con la complicità di Giancarlo che mi viene addosso mentre cerco di
disimpegnarmi da un sasso, vado a bagno in rapida. Sperimento la sensazione
della pallina da flipper mentre rimbalzo da un sasso all’altro e non mi vergogno
ad urlare “aiuto aiuto” nella speranza che qualcuno possa salvarmi, finché poi
riesco a fermarmi da sola.
Il giorno dopo tocca alla Guisane che non sarebbe un fiume difficile se non
fosse per quei 300 metri di rapidona che non capisco come ho fatto a uscirne
indenne.
Ferdinando sembra un bambino al Luna Park: si fa tutti i fiumoni del raduno, anche quelli circondati da un alone di racconti del terrore. E’ in gran forma e ormai ci fa da guida a tutti, in particolare a Emiliana, Rossella e Giancarlo. Apre le vie d’acqua, scende per primo e ci aspetta con la corda in mano, ci salva e ci sgrida. Ma anche per Fabrizio quest’anno rappresenta uno scatto di livello, ormai manovra e traghetta con grande sicurezza e con la corda in mano e’ una garanzia. I canoisti fluviali crescono, sotto l’occhio soddisfatto del Presidente.
Tra un fiumone e l’altro, ci prendiamo qualche pausa tornando alla vecchia a cara Durance, larga e generosa d’acqua dall’inconfondibile colore azzurro. Il clou è quando decidiamo di scenderla dal campeggio a Embrun tutti insieme su un grande gommone: Giuseppe al timone, Sergio e Barbara a poppa con tutta la loro potenza, Fabrizio, Rossella, Martina, Giancarlo, Roberta e Emiliana come equipaggio gaudente e un po’indisciplinato, Marzio e Ferdinando ci scortano con le canoe. E’ tutto un gran ridere e saltare e giocare, le onde non fanno alcuna paura quando sei sul gommone. Anche se, poco prima del salto del Rabioux, ci facciamo silenziosi ed attenti…. ci buttiamo giù ed ecco che emergiamo dall’altra parte – ridiamo ma chi era in prima fila se l’è vista bella. Ci fermiamo per fare le foto a Ferdinando che fa il salto con la canoa: si esibisce in una bella candela con tuffo finale, “che frullata!” dice mentre emerge dalla schiuma. Fabrizio e Giancarlo si accontentano di fare il bagno a nuoto con gran tuffo nella rapida…. frullati anche loro!
Carichiamo il gommone “a pelle” sulla macchina di Sergio, sfidando le leggi della fisica e del codice della strada, e torniamo di corsa al campeggio per partecipare alla discesa in ricordo di Vladimiro Farina che ci ha lasciato quest’anno sul Liamone in Corsica. Bellissimo e commuovente vedere sul fiume oltre 200 imbarcazioni che silenziosamente onorano la sua memoria.
Tra una pagaiata e l’altra, non mancano anche le passeggiate per paesini e mercatini, una fantastica gita al ghiacciaio in una giornata da cartolina e una sportiva fra gli alberi e le corde del Parco Avventure di Vars . Ferdinando offre una giornata di corso di arrampicata a Martina e Giancarlo. Fabrizio corona il suo sogno di volare in aliante e ci mostra orgoglioso le immagini del campeggio visto dal cielo. Sergio ci lascia ammirati di fronte alle sue imprese ciclistiche. Barbara compie i sui primi splendidi 50 anni!
La sera si cena sempre insieme, in una accampamento che sembra un villaggio; tra una birra e una salsiccia, si finisce sempre a giocare a nanetti o a vedere le foto del giorno, pianificando le prossime discese.