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IL XXXVI RADUNO SULLA DURANCE, OVVERO DEI NANI E DEI SABOTATORI
Raduno Internazionale
Agosto
2013
Anche quest’anno si ripete il raduno sulla
Durance, ad Eygliers, ma questa volta è speciale, molti soci del GCR tirano
fuori l’anima fluviale che è in loro e si aggregano all’avventura tanto
sponsorizzata dal Presidente: Nino, Paola, Ferdinando, Roberta, Fabrizio e
Rossella, e ovviamente Giuseppe.
Guest star Marina, che pazientemente assiste alle “pazzie” di Nino, Stefania,
venuta a dare una mano a Gengis, Martina, che questa volta si dedica più al lago
e alla cultura, Giancarlo, 15enne figlio di Roberta che mai salito in canoa
parte direttamente dal III livello, e naturalmente Ivan, che anche se non si
butta in acqua è un pilastro per noi e tutto il campeggio.
La cosa che già entusiasma è che sin dall'autostrada più si saliva, più si
incontravano macchine con le canoe sul tetto. Quando ci si incontrava in
autogrill ci si salutava con un "ci vediamo in Francia", come se con il nome di
un paese già si indicasse la complicità di una passione comune, il senso di
appartenenza ad una comunità e l'auspicio di dimenticare tra le onde le ansie e
la routine del quotidiano.
E poi, quando arrivi al campeggio, incontrare
così tante canoe, persone, dialetti e colori è magnifico: finalmente un posto
dove puoi andare in giro in muta a tutte le ore e con qualsiasi meteo senza
essere visto come un marziano!
I fiumi non ci deludono mai. Otto discese in due settimane; acqua generosa,
turchese e cristallina, più abbondante del solito, ci regala discese veloci,
buchi e onde emozionanti. Alcuni passi tradizionali, come il salto del Rabieux,
giocano un bello scherzetto ai due coraggiosi che ci si buttano: laddove prima
c’era uno scivolo terrificante di aspetto ma innocuo nei fatti, questa volta si
cela un bel ricciolo di ritorno che cattura Giuseppe, lo frulla un po’, e poi lo
restituisce sano e salvo, insieme a Nino, che gli atterra sopra a pancia (della
canoa) all'aria. Li ritroveremo un po’ più a valle, un po’acciaccati ma interi.
Ferdinando, con la canoa nuova di zecca (e
pure col casco), si conferma grande speranza canoista: impavido, entusiasta,
energico e sempre di significativo aiuto nelle situazioni critiche coi suoi
lanci perfetti.
Paola, dice di sé che ha paura ma poi si butta dappertutto, combatte ed esce
vittoriosa anche dalla temibile triplice rapida del campo slalom.
Fabrizio, dopo un mini corso del Presidente fa l'eskimo, poi lo rifà,e lo rifà
almeno 20 volte di seguito al lago e poi il giorno dopo persino in corrente, tra
le ovazioni della folla.
Rossella, dopo un primo piccolo ma fastidioso incidente il primo giorno non si
arrende e coraggiosamente discende dall’Argentiere, superando ondone, curve,
sassi, alberi, sempre sorridente e tranquilla.
Roberta, protetta da Santa Cassetta, attraversa indenne tutte le insidie
possibili, con la sua collaudata tecnica da “anatroccolo”.
Nino, accompagna le nostre uscite con la sua simpatia e la sua risata
inconfondibile.
Giuseppe, veglia su tutti noi, istruisce, controlla, organizza, dispone, salva,
insomma, e’ il Presidente.
Alcune discese le facciamo in compagnia di
personaggi storici: Luciano Paperetti (cui il GCR rappresentato dai presenti ha
fatto un regalo in occasione dell’84-esimo compleanno), Gianfranco e Pilade.
Ogni sera il Gengis chiama all’appello con la sua conchiglia-corno dal suono
tribale che si ode in tutto il campeggio per la pappatoia. E sì che la cucina
mediterranea del Gengis a sera è assai saporita e a prezzi veramente modici.
L’atmosfera è gioviale e cameratesca all’interno del mitico batiment capace di
ospitare fino a 120 persone ma pure di più se ci si stringe. Si mangia e a volte
si beve in abbondanza ascoltando terrificanti racconti di gole impervie e rapide
di V grado con dovizia di particolari sui passaggi più significativi, le gole
dell’Angelo, i salti Francesi, la Scalinata, la rapida del tunnel, e le gole
dell’Ubaye che non le devi fare se non sei sicuro e con la compagnia giusta, il
toboga della Romanche (ma le morte dove sono?) e ancora il super Gyr (20 min di
pura adrenalina) e la Gyronde e l’Onde che se non stai attento a quel tronco di
traverso ti fai male e tanto tanto altro ancora in un crescendo che si spegne
solo dopo una sorsata di “Acqua del Gyr” infernale intruglio alcolico preparato
dal Pilade (il Centerbe gli fa un baffo) che il giorno dopo quando vai al bagno
lo senti forte assai.
Le serate si chiudono sempre in allegria e compagnia, tra birra artigianale,
genepì e memorabili partite a “nanetti”.
Ma la Durance non è solo "fiume & adrenalina", ci sono vallate incantevoli, canyon emozionanti, paesini deliziosi e mercatini. Insomma, tutta da godere. Questo aspetto, troppo spesso trascurato dai giovani dopati di fiume è altrettanto bello e rilassante e rende la vacanza completa in ogni suo aspetto.
E come dice Ferdinando, quando lo rifacciamo???