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DISCESA INTERNAZIONALE DEL TEVERE IN CANOA
Da Città di Castello a Roma
25 aprile - 1 maggio 2013
"LA MIA DISCESA DEL TEVERE"

Erano due anni che mi frullava per la testa di fare questa cosa, avevo sentito degli splendidi racconti sulla discesa ma la mia conoscenza della canoa era molto scarsa, poi grazie a Claudione ho fatto il bagno nel Velino e mi sono sentito carico per affrontare la prova.
Non posseggo ancora una canoa e quindi ne ho usata una del GCR, la stessa del Velino e lì Antonio mi ha ulteriormente confermato la bellezza dell’avventura cosi mercoledì 24 aprile sono arrivato a Città di Castello...  all’arrivo tutto era strano, una quantità di gente diversa per età cultura, nazione ma unita dalla voglia di pagaiare, divertirsi e stare insieme, subito mi sono sentito a mio agio grazie anche a Fiammetta, Marco, salsicce e costolette.

Giovedì 25: Città di Castello – Umbertide: si parte e subito la prima rapida.
…mamma che fifa, la tranquillità non è di casa per me, l’assistenza in acqua è garantita da un gruppo di esperti sempre pronti e disponibili a dare consigli e indicazioni, mi butto…
Che strizza! Notare, la faccia terrorizzata…l’eleganza del gesto atletico…la postura da salsiccia. Stupore!!! sono passato! Sulle sponde del fiume ci sono i gruppi dei camminatori e dei ciclisti che saranno nostri compagni di viaggio e che ci saluteranno con entusiasmo dai ponti ad ogni incrocio. Mi sento già un eroe. Si riparte con tranquillità. Cacchio!!! Seconda rapida…e di nuovo passo, caspita che fortuna!? Qualcuno invece no!!! L’entusiasmo cresce, lo stupore anche e arriviamo alla terza, sono colpito dall’eleganza delle canoe canadesi e da quella dei conduttori. Una pausa ci vuole proprio, quasi quasi non scendo dalla canoa, potrei capottare. Si riparte… Notare lo sguardo e il gesto atletico da mescolatore di polenta. Il resto del gruppo si rilassa, o forse è sempre stato rilassato, gli addetti alla sicurezza invece sempre molto formali e compiti… Si arriva all’ultimo passaggio impegnativo, qualcuno mi dice “questa è difficile”. Va bene! È l’ora del bagno! Ci sta tutto! Invece no!!! Anche qui sono passato… Si riparte tutti insieme nella tranquillità del fiume che scorre placido in un paesaggio, che visto dal livello dell’acqua, ha un aspetto insolito per me che sono abituato a guardare il Tevere dai viadotti stradali. Lentamente arriviamo ad Umbertide, dovrei tuffarmi invece mi manca il coraggio… 
L’approdo è assistito, tanta gente sulle sponde che ci accoglie con entusiasmo, tra loro i nostri compagni “trekkers” e “mountain bikers”. Non sono particolarmente stanco, sono invece molto stupito del risultato e felice, la mia prima tappa è finita, l’entusiasmo è alle stelle. La prima cosa che faccio appena messo piede a terra è chiamare Claudione perché ancora non credo di avercela fatta! Necessito di una conferma. Arriva la meritatissima cena, e come per la sera precedente si mangia (molto), si beve (tanto), si chiacchiera, tutti si scambiano sensazioni, esperienze, impressioni e tutti hanno qualche bella immagine da raccontare, tutto è andato bene, il vino ha iniziato a fare il suo lavoro, tra poco dopo una presentazione naturalistica andremo a dormire, il meritato riposo, domani si riparte! Buona notte!

Venerdì 26: Umbertide -  Pretola: seconda tappa, oggi me tocca!
L’imbarco al mattino procede senza intoppi, io mi sento non troppo stabile ma si parte il fiume è tranquillo, tutto procede fino all’arrivo allo sbarramento, questo non si può superare sarà necessario scendere e riprendere poi a valle ma la sorpresa è una visita alla casa vicina alla diga dove ci attende la signora Rosa con tutta la sua famiglia che ha preparato bruschette, salsicce, vino bianco e rosso, acqua a volontà (che avanza), dolci a non finire, e tutto, per salutare la compagnia della DIT.
Mi viene spiegato che questo è oramai un appuntamento fisso legato all’amicizia del marito Vincenzo, (scomparso, qualche anno fa poco dopo il passaggio della DIT), con l’allegra banda DIT, che come lui sperano di recuperare il Tevere all’attività ludico- sportiva e al rispetto ambientale.

Sabato 27: Pretola - Deruta - Sant'Angelo di Celle: terza tappa, piove cacchio! Bagno fuori e dentro.
Invece nonostante tutto la giornata scorre tranquilla, niente bagni, tranne la pioggia, si arriva compatti allo sbarco, qualche piccolo problema di trasporto ma poi, come mi sembra di aver capito, tutto nello stile DIT si risolve e pronti per doccia calda e cena, anche questa sera il vino ci aiuterà a recuperare le forze.

Domenica 28: Todi - Lago di Corbara: quarta tappa, già mi sento un fenomeno.
Il fiume scorre lento e senza ostacoli, si è allargato di molto, sulle rive i pescatori a volte ci salutano e a volte imprecano, noi cerchiamo di non disturbarli ma non sempre ci riusciamo, io almeno. Mi avevano avvertito che le gole prima di arrivare al lago di Corbara sarebbero state dure, vento contrario e acqua piatta, a metà delle gole facciamo una sosta per mangiare qualche cosa e bere: il paesaggio è entusiasmante, una natura selvaggia sul fiume di casa mia non l’avrei mai immaginata. Si riparte, all’arrivo al lago tutto sembra bellissimo anche se, come tutti i laghi artificiali anche questo ha le sponde fangose, su di noi svetta il Centro Turistico Sportivo Salviano del CONI un centro bellissimo senza nessuno, chissà forse è chiuso per ferie?

Lunedì 29: Attigliano – Otricoli: quinta tappa.
I giorni passano, i chilometri anche e io ancora non ho fatto il bagno, quanto sarà fortuna e quanto capacità tecniche? Questa è la domanda che mi perseguita fin dal primo giorno. Oggi è previsto fiume piatto, grandi morte e qualche mulinello, niente di più, infatti a parte gli schizzi che ci provochiamo pagaiando tutto procede senza problemi, il numero dei partecipanti si è ridotto, oggi è giorno di lavoro per molti, io no ho quei santi dei miei colleghi che stanno coprendo il mio turno. Il gruppo però, anche se ridotto è sempre festante, rumoroso  e colorato, la fatica di cinque giorni comincia a farsi sentire, l’allenamento però aiuta.

Martedì 30: Civita Castellana – Nazzano: sesta tappa.
Come ieri anche oggi abbiamo tagliato un tratto di percorso, mi hanno spiegato che è necessario altrimenti non si riuscirebbe ad arrivare a Roma il primo maggio. Gianni e Flavio mi raccontano la loro DIT integrale fatta qualche anno fa in canadese, devo dire che la cosa mi intriga, magari il prossimo anno… la sera come al solito mega cena, per dormire siamo ospiti presso la riserva Tevere Farfa e per tornare mi imbatto in uno specchietto retrovisore di una Zafira regolarmente parcheggiata a Nazzano, non ho ancora fatto bagni ma un danno l’ho fatto!

Mercoledì 1: Castel Giubileo – Roma: settima ed ultima tappa.
Al mattino si lascia la riserva e ci dirigiamo verso Castel Giubileo, l’allegra brigata si immette in autostrada, gli utenti ci guardano un po’ stupiti, immagino pensino: "dove andrà questa banda di pazzi in kayak?" Oppure "da dove tornano tutti questi canoisti?" Sono molto contento di arrivare a Roma, alla partenza ci sarà il GCR che organizza questa tappa quindi potrò raccontare subito a tutti le mie prodezze, Antonio sicuramente fuggirà alla mia vista (da quando l’ho conosciuto lo sto bombardando con il mio entusiasmo e con le mie domande e racconti), e poi non mi sentirò più l’unico GCR della discesa, inoltre a ponte Milvio ci saranno i miei nipotastri ed io dovrò fare del mio meglio per far vedere loro quanto è bravo zio. L’imbarco procede perfettamente, il Presidente prende il comando con il suo incrociatore bandierato biposto, il resto si dispone lungo l’anaconda di canoe festose, io e Luca restiamo indietro a fare da scopa (Luca molto di più, è più esperto di me e sempre pronto ad aiutare). Per l’ultimo tratto, si sono imbarcati molti neofiti e un gruppo diviso in due canadesi sta navigando appaiato, questo ritarda tutti ma purtroppo o per fortuna la DIT è anche questo, una avventura naturalistica aperta e possibile a tutti, grazie anche al lavoro dell’organizzazione e delle associazioni che di volta in volta si fanno carico di fornire l’assistenza in acqua. I circoli sul Tevere ci salutano al passaggio, tra il circolo Aniene e il Tevere Remo incrociamo una gara, oggi è giorno di festa sul Tevere e  ci sono tantissime attività sia sportive che culturali. Arriviamo a ponte Milvio i miei nipotini sono sul ponte, io cerco di essere il più elegante possibile (non ci riesco), un paio di partecipanti fanno il bagno ma il recupero è pronto e immediato, dopo una piccola pausa per ricompattare il gruppo si riparte, destinazione Castel Sant’Angelo, sulle sponde ferve l’attività, c’è un po’ di confusione ma tutto è bellissimo, la cornice romana è spettacolare, io ho fatto tutto il percorso senza bagni, il pranzo è pronto, il vino scorre a fiumi.

Mi sento di dover ringraziare tutte le persone che mi hanno permesso di fare questa entusiasmante esperienza, primi fra tutti Fiammetta e Marco per l’incitamento e l’ospitalità, la DIT tutta per la perfetta (nonostante le difficoltà) organizzazione, il GCR per la fornitura del materiale e il supporto, il Maestro Claudione per la pazienza e le nozioni, i compagni d’avventura, Carlo del CCCC e se ho dimenticato qualcuno grazie anche a loro.

Ferdinando

 

 

     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
Ringraziamo Nazzareno Sibio, autore di molte delle foto presenti in questa pagina
 
guarda altre foto della tappa del 1° maggio...

 

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