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FIUME CORNO
12 e 13 aprile 2003
SICURKAYAK 2003
Anche quest'anno proponiamo nel nostro CanoariO il
Corso sulla Sicurezza Fluviale, aperto a tutti iscritti al GCR e non.
Lo scopo di questo corso è di dedicare due giornate interamente ed
esclusivamente a questo importante aspetto dell’andar per fiumi. Vogliamo
diffondere e praticare la cosiddetta “Cultura della Sicurezza Fluviale” che
accompagnerà noi e i nostri allievi nella lunga e attiva vita canoistica.
Troppe volte ci siamo detti che durante la discesa avremmo fatto provare questa
o l’altra manovra e poi presi dal fiume, dal freddo, dal gioco abbiamo
rimandato. Per questo è indispensabile che almeno una volta l’anno la nostra
attenzione ricada su questi aspetti e ci si dedichi ad essi con cura e
professionalità.
Noi Guide Fluviali della FICT ne facciamo uno dei principali obbiettivi della
nostra attività fuori e dentro l’acqua.
Quest'anno oltre a me e Claudio Fanucci, partecipa e collabora anche Claudione
Allevi.
Il programma, come sempre, è ricco e ambizioso forse – a fine corso ce ne
rendiamo conto - troppi gli argomenti da trattare in soli due giorni.
Credo che per il prossimo corso selezioneremo gli argomenti concentrandoci sugli
interventi più frequenti e facilmente attuabili da canoisti non specializzati
come le Guide Fluviali o Istruttori o canoisti esperti.
Si parte dalle nozioni base e dalle manovre più semplici, il concetto di
sicurezza passiva, abbigliamento e attrezzatura individuale, organizzazione del
gruppo con cui si scende, segnali visivi e sonori. Si passa quindi a quella
attiva: autosalvataggio, posizione di sicurezza quando si è a bagno in fiume,
come si nuota in una rapida, come attraversare il fiume a piedi.
Fanucci illustra quello che l’indomani faremo in acqua, sul Corno. I
partecipanti ascoltano sotto una pioggia battente le indicazioni, poi si
affronta l’argomento corda da lancio. Strumento semplice e indispensabile ad
ogni canoista, anche se ancora qualcuno la dimentica a casa o peggio non
l’acquista proprio.
Maurizio Consalvi, Guida Fluviale |
Claudio Fanucci, Guida Fluviale |
Il sacco come si lancia? Come afferrarlo in acqua? E
come recuperare l’uomo in acqua? E se devo fare più lanci di seguito? Come
rifare velocemente corda e sacchetto e che posizione scegliere e assumere quando
recupero?
Si passa ai lanci a secco e qui se ne vedono delle belle: corde che quasi
tornano indietro, che non arrivano al bersaglio……e se fossimo in fiume? se
dovessimo lanciare di fretta, in corsa ….cosa sarebbe successo? Eh si, su questo
bisogna lavorare, esercitarsi come per l’eskimo o l’aggancio. Il compagno
di discesa deve poter contare sul mio intervento, anche semplicemente sentirsi
rassicurato (e non intimorito) dalla mia presenza con la corda in mano.
Va bene! Iniziamo a provare in acqua. Lancio, recupero…acc. nooo mancato, via
con la posizione di sicurezza e poi nuotata per raggiungere la morta, la sponda.
Altro tentativo… lancio buono… pericolante attivo… pendolo decente. E così via
uno allo volta i nostri corsisti si alternano al lancio e in acqua finché il
freddo ci dice che è arrivato il momento di chiudere la prima giornata.
Domenica finalmente il sole ci accoglie sul fiume Corno, ma prima di entrare in
acqua illustrazione a secco del materiale che avevamo richiesto di portare:
• Fettuccia
• Carrucola
• Moschettoni con ghiera
• Cordino per prusik o marshall
• Coda di vacca o cordino da recupero con moschettone proprio
• Salvagente con imbraco e sgancio rapido
Iniziamo a vedere come si congiunge una fettuccia e un cordino, come si
predispone un prusik o il marshall, come si prepara un nodo delle guide con
frizione o gassa a otto normale e inseguita. Proviamo l’imbrago di emergenza con
lo sgancio rapido in caso di incastro della corda che assicura il soccorritore e
poi il sempre affascinante paranco. Occasione per assemblare efficacemente i
materiali richiesti e verificare direttamente la preparazione del meccanismo e
la sua incredibile efficacia nel recuperare kayak o gommoni riducendo
sensibilmente lo sforzo.
Sono stati così predisposti gli ancoraggi e da lì, tutti gli allievi si sono
cimentati nella realizzazione del paranco illustrato da Fanucci e commentato da
Claudione.
Novità di quest’anno è stata l’impiego della
piastrina – attrezzo usato in alpinismo e presentato da Valerio Gardoni
all’ultimo stage di aggiornamento delle Guide Fluviali e Istruttori FICT – nella
struttura del paranco come autobloccante in alternativa al “mezzo barcaiolo”,
nodo che richiede un po’ di dimestichezza e l’ausilio di un prusik.
Sistemato il materiale nei barattoli e nelle sacche stagne dentro i kayak,
facciamo nuotare i corsisti in un giro d’acqua nel quale sono costretti a
tuffarsi e contemporaneamente viene predisposta una postazione di sicurezza
formata da un uomo agganciato con moschettone all’imbrago del salvagente, tenuto
da un altro canoista – posizionato al punto idoneo – pronti ad intervenire nel
caso qualcuno possa trovarsi in difficoltà.
Nella rapida successiva – deve l’acqua spinge un po’ di più – facciamo riprovare
la posizione di sicurezza a nuoto, l’ingresso in morta e successivo traghetto a
nuoto. A turno c’è sempre una persona pronta da riva a lanciare la corda nel
caso qualcuno “liscia” la morta.
Siamo convinti che per esercitarsi in queste manovre
è sufficiente una corrente leggera che consenta a chi si esercita di
concentrarsi su ciò che deve affrontare senza doversi preoccupare di altro.
Scendiamo senza esercizi un altro tratto di Corno, fino ad una rapida dove
illustriamo l’utilizzo della coda di vacca nel recupero di un kayak.
Qui qualche difficoltà i nostri allievi l’hanno trovata. Mancanza di
tranquillità nel gestire queste situazioni in rapida e una illustrazione della
manovra non proprio completa hanno reso l’esercizio impegnativo per molti e
sicuramente ha evidenziato un aspetto su cui bisogna lavorare meglio durante
l’anno.
L’ultima esercitazione si è svolta nella rapida più
ostica del percorso dove preceduto da un attraversamento a piedi del fiume
utilizzando la pagaia come un vero e proprio bastone,
abbiamo “convinto” i nostri incauti allievi a
percorrere a bagno la rapida fino al punto in cui un loro compagno, pronto con
il sacco da lancio, provava a recuperarli.
Infreddoliti, soddisfatti e con qualche punto su cui riflettere ce ne torniamo
alla nostra base a Scheggino, convinti che dedicare due giornate all’anno alle
tematiche della sicurezza fluviale sia il minimo indispensabile che ogni
gruppo debba dedicare a questo delicato aspetto dell’andar per fiumi affinché la
cultura della sicurezza si diffonda sempre più come stile di discesa necessario
per godersi al meglio le emozioni che ogni volta il fiume ci offre.
Maurizio Consalvi, Guida Fluviale
IMPORTANTE:
Le informazioni relative al Grado di Difficoltà e ai Punti Rilevanti sono
puramente indicative e riferite al giorno e alle condizioni incontrate
quando è stata effettuata l'uscita. |
Fiume | Imbarco | ||
Corno |
Biselli |
||
Disceso il | Sbarco | ||
13 aprile 2003 |
diga Nortosce |
||
Disceso da | Difficoltà | ||
Gruppo Canoe Roma |
II°-III° |
||
Tempo impiegato | Distanza | ||
2,5 ore | 3 km | ||
Livello incontrato | Punti rilevanti | ||
basso |
Lezione di recupero canoa incastrata |
Tiro della canoa (che fatica!) |
Con il prusik è più facile |
con la piastrina ancora più facile |
lezione di nuoto in acqua, Alessandro |
la preparazione di Antonio |
Claudio R. si tiene gli occhialetti |
Eva: "sto arrivandooo" |
Titty si tuffa completamente |
Roberto chiudi la bocca, entra l'acqua |
Assi, No comment... |
Paolo esagera, che volo! |
Maurizio è soddisfatto dei suoi allievi |
lezione di nuoto in corrente, Claudio R. |
Paolo di spalle |
Eva, stile libero |
Roberto, stile sciolto |
Recupero canoa in corrente, Assi |
Claudione recupera la canoa |
Teresa riuscirà a recuperarla? |
...e Tiziana? |
ha recuperato Claudione, fa lo stesso |