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FIUME CAVATA
Tra natura e cultura
25 marzo 2018

 

Questo inverno sembra non finire mai. E così ci siamo ritrovati, il 25 marzo, senza essere riusciti a realizzare neanche una delle uscite in programma per il 2018. Risultato: tanta voglia di pagaiare ed adesione massiccia all’uscita sul fiume Cavata, vicino Sermoneta (LT). L’uscita è organizzata in collaborazione con l’associazione “Fiume Cavata”, rappresentata per noi da Saverio D’Ottavi, associazione che opera per la promozione turistica ecocompatibile della pianura pontina.

L’appuntamento è fissato alle 10 al punto di imbarco, presso il parcheggio e punto di riferimento dell’associazione in prossimità del Ristorante la Sorgente, in Via Romana Vecchia, Località Monticchio nei pressi di Sermoneta.
Presenti: Alessandro, Sabrina, Paola, Rossella, Valentino, Fabrizio, Maurizio, Elisa, Marco, Vania e tanti amici RKM: l’onnipresente e impareggiabile Yomo, Titti, Carla, Azzurra, Clara, Annamaria, Paolo, Salvatore, Chiara, Eugenio e Francesco con le rispettive figlie.

La giornata inizia con una crostata casalinga mangiata in compagnia e il briefing di Saverio, che ci da qualche coordinata per goderci al meglio l’uscita, e ci spiega la storia delle vie d’acqua, molto importanti dal medioevo fino ai tempi della bonifica integrale, per muoversi tra Roma, i villaggi dell’interno e il mare.
Alcuni di noi, prevalentemente i “marini”, hanno optato per l’uso dei kayak dell’associazione locale, messi a nostra disposizione ad un costo minimo. Una volta impostati gli assetti, ci imbarchiamo utilizzando un pontile in legno. Cominciamo a sgranarci lungo il fiume che non presenta nessuna difficoltà. Dopo qualche centinaio di metri, sulla nostra destra vediamo diramarsi un paio di canali, che, ci ha spiegato Saverio, portano a dei piccoli boschetti. Dopo un km circa, vediamo, tra i campi, altri corsi d’acqua sulla sinistra, alcuni dei quali contribuiscono, con la loro portata, a far aumentare un po' la corrente del fiume, che passa sotto un paio di ponti. Ben presto cominciamo a vedere delle strutture industriali sull’argine e a sentirne il rumore. Preferiamo quindi prendere un canale laterale sulla sinistra, che sembra perdersi in un paesaggio rurale. Lo percorriamo per un km in un’atmosfera che sembra sospesa, fino ad arrivare ad un ponte in pietra. Poi decidiamo di tornare indietro perché la giornata è ancora lunga, e ricominciamo a risalire il fiume. Con le canoe da torrente si fa un po' fatica, specie sotto i ponti, dove un po di corrente si fa percepibile, mentre chi utilizza le canoe un po' più lunghe ha meno problemi.
Arriviamo alla biforcazione alla nostra sinistra (destra orografica), caratterizzata da un grosso albero e imbocchiamo un canale secondario che ci porta verso le sorgenti del fiume. Il canale si fa stretto, e scorre tra gli alberi. Passiamo sotto i rami ed arriviamo alla fine, dove sbarcando, notiamo, in mezzo ai campi una polla di acqua sorgiva, sormontata da una panchina in pietra, probabilmente utilizzata per picnic bucolici.
Da qui si torna indietro fino al corso d’acqua principale e finiamo di risalire il fume. Abbiamo percorso in tutto 7 km in un paio d’ore, compresi imbarchi e sbarchi un po' lunghi poiché al pontile si accede uno alla volta.

Dopo un veloce pranzo al sacco (ma volendo vicino ci sono numerosi ristoranti), ci accingiamo alla seconda parte della giornata, dedicata alla visita dell’Abbazia di Valvisciolo (XII-XIII sec). Molti di noi vanno a piedi, anche se il percorso è su strada (4 Km circa), non molto trafficata a dire la verità, altri vengono in auto. L’abbazia, testimonianza del monachesimo cistercense, è stata costruita in stile romanico, sulle fondamenta di una fortezza templare. Qui ci raggiungono altri amici ed iniziamo la visita guidata. Purtroppo alcuni pesanti interventi di restauro discutibili ci deludono, ma ci godiamo comunque la bella facciata medievale e lo stupendo chiostro. All'interno dell'abbazia abbiamo anche visitato un piccolo museo, ospitante dipinti di epoca rinascimentale e barocca e preziose litografie.

Alle 18 siamo di nuovo alle macchine, lasciate vicino all’imbarco.
In conclusione abbiamo passato una bella giornata di primavera baciata dal sole e dalla serenità, in mezzo a tanta natura e a importanti pezzi di storia della pianura pontina.

 Paola Scaramozzino


     
     
     
     
     
     
     
   
     
     

 

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